Critica Sociale - Anno I - n. 18 - 20 dicembre 1891

CRITICA SOCIALE 283 Contro quest'ultima affermazione mi permetto osservare che, se alla produzione d'un fatto concor- 1·ono varie leggi, o tutto sono attuate, questa è gi.\ una prova della loro rigidezza. Se la legge della gravitazione, lo correnti atmosferiche, il poso dello molecole d'acqua, ccc., impediscono che il getto rt'acc1uad'una fontana giunga all'altezza dello strato d'acqua o del serbatoio eiacui deri, 1 a, non vuol dire che la leggo del Jivello dei vasi comunicanti non sia per sé stessa l'igida; che se ad essa non corri– sponde il rigore del fallo, è perchè altre leggi, rappresentato nei falli accennati (gravitazione, cor– l'Cnti, ecc.), devon,I) funzionare. Il fatto fisico com- l )lessivo, risulta 1·igidam,ente dal concorso clcllc oggi varie, distinto e rigide. Nè cosi è fuorvialo il concetto del Caso, il quale non è già fondato sull'ignoranza dello cause mi– nori; bensì diciamo che la necessità è 1·elattva, in quanto un effetto può essere il prodotto d'un"infi– niti\ di cause. imprevedibili. E pc,· esempio una legge che una corda di riolino, che sta in un negozio di strumenli musicali, pizzicata, vibri e mandi un suono rispondente ad una data nota; ma io non posso v1·evede,~e se e quando, o dove, e per mezzo di chi o di che quella corda vi– brerà. - E notisi che il non poter preve<lePe qui non significa tgn01·are nel senso voluto dal Dc .Jo– hannis. L "imp,~evedibilità nostl'-a.riguarda un fatto non ancora avrcnuto. o cho può av\•Cnirc; l'igno- 1·anza del Do Johannis 1·iguarda un ratto già av– renuto, almeno idealmente. Facendo dipondero il Caso dall' imprevedibilitil, noi non aflèrmiamo che si ignorino le cause minori che concorrei-anno alla proèluzione d'un fatto, ma atlèrmiamo cho non si può p1~ovederc,pur risa– lendo di cause in cause all'infinito, qua:li di queste causo potranno determinarsi e prevalere. Se si negasse alla Necessità il carattere di casuale ~i ammetterebbo in sostanza il fatalismo e la fìna– lit:\, senza av,·e,·lire che con un errore simile si antccipa con la monte la 1·calizzaziono d'un fatto, atfribuendo alla disvosi;ione congenita o acquisita delle cose un carattere assoluto, mentre le cose si modificano per la ra1·ietà degli clementi e delle cause che concol'rono alle loro modifìcnzioni, cioè pel' il succedersi e il coesistere di fatti che, pure mquadrandosi in clote1·mi11atc leggi. sono pe1·ò,nel– l'Ol'Clineloro obbiettiro, rari, e quindi, soggelliva– mcnte, impl'<wcclibili. li Caso è un fatto, pe1·chè ò un fatto l'imp1'0YC– dibililù, pur dopo che si sono verificate le modalifa e le cause imprevedibili, quando cioè non v'è più luogo alla possibile loro varietà, essendo~i necessa– riamente avverato quello causo e quelle modalitil, e non altre. por p1-evisionc, possibili. l.'ignoranza, che in qualche modo è compresa nell'imp1·evedibi– lità, è ignoranza di ciò che può essere o può anche non essoro necessario; in ogni caso la possibilità ò non un'astrazione soggettiva, ma un fatto oggetth·o, 1·ispecchiando lo leggi naturali, e. implicitamente, la successione dei fatti, ch'è, come si comprende, cstci·ml. E poichè questa successione ò obbiettiva, la ,·ariofa che le é inerente, cioé la possibilit.\ che al fatto il succeda fanto il fatto TJ come il fatto e, è Un:\ possibili(.\ obbiellira. Che se la succcssio11c (o coesistenza) medesima, in quanto ò ,·ariamcnto pensata., 1wcsenta. un aspetto ~oggettivo, ciò non significa che il Caso sia. un puro concetto. Chi lo Simlica lalo suppone corno già avvenuto ciò ch'egh pensa pos.~aaxveniro, e s'attieno al par– ticolare invece cho al generale, all'analisi e non alla sintesi, disconoscendo cosi l'indole d'un principio natm·ale, quale ò il nostl'O. B ot r-.:i 10 B ar o Arrogi che l'imprevedibilità, in quanto è un fatto montale, entra nella conceziono del Caso a pieno diritto, poichò non si saprebbo comprendere la legge generale dell'es.•ere che escludesse le leggi del pen– siero, clol pensiero ch'è un fatto essenzialmente na– turale. Nè il principio nostro sarà infirmato dal pro– gresso della scwnza; poichè so questa ci far>:\ cono– scere sempre più a fondo l'universo, non per (1uesto rendere\ pos.<iibile la assoluta e concreta previsione dei fatti e delle modalità: la ,•arietà e la possibililii nulla hanno a fare con la scopert.."'L e la cognizione dello leggi naturali. Eppe1·ò, senza dilungarmi di pil'1, o richiamando il lettom agli scritfi dottissimi dell'Ardigò o ciel Ferri, e rimettendomi a quanto io pu1·e ho scritto in argomento, concludo che il signor Arturo Do Jo– hannis, fraintendendo, come mi paro, il nostro con– cetto del Caso, nulla tolse al suo valore obbiettivo. GIOVANNI MARCIIESINI, BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO. Tre Donne. - Romanzo di B1·uno Sperani: Milano, Li– breria Galli di Chiesa o Guindani: L. 3.( 1 J La pietà, immensa, dominante. per tutti quelli elio solTronoo la ribellione istintiva. indomabile contro ogni ingiustizia e prepotenza; ecco i sentimenti, gli impulsi congeniti- come scrive lei stessa -- dai quali Unmo Spcra.ni si sentì come trascinata a scrivere por l'arto o per rumanilà. Tutti i suoi romanzi e le sue novello hanno cotesta impronta simpatica di arditezza e di modernità. onde viene impressa all'opera sua una fisionomia caratteri– stica ed elevata per superiorità o bontà. di intenti, di mezzo alla anemica., dimessa e boccheggiante odierna nostra lettemtura. romantica. Ciò premesso, dico subito che il suo recente romanzo 1'1•eDonne non mi lminteramente pcrsua.socome studio di costumi campagnoli o come opera. d'arte porretta- :~~~t~ w;ga~l~~a trc:~s::1it:rr 0 va~f~ 11 ~:~rt 1 :i ~~lu~~o t~ un po· idealizzati i tipi cli contadine che l"Autricetra,t• teggia...Ma ciò non ra.che il libro della Sporani non sia fortemente conce11itoe condotto. Alcuno scene sono vera.mento magistrali. I.a dcscr-i– zione dei hivori campeslri in Val Mi'scia, ))rima della Pasqua., è un <1uadrottodi genere, riuscitissimo. La pas– sione del prete Don Giorgio per h" Cristina ò un ten– lativo ardito di analisi psicologica, che solo forse mo- d\~;Ìamscif~~~~~c8~:lf,~P{~-a.1~~•i>;}~~?p~j~u~j/';:1.;~0o,f,~~ è denso di riflessioni ruba.te all'umana natura. Sono pagine calde di passione, pieno di sangue o di nervi, riboccanti di vcrit;\ osservate o reso con grande efficacia artistica. Nè ò trascurabile il tipo do! medico Chiari, un giovine blase della. ,·ita.,senza averla conce– pita. nella sua vera. essenza - il cui cuore ò roso im– potente dal cervello analizzatore e dalla sensualità- ~~~t~a:~i!ld~nlo"~ nc~}~,~ t~n~;t~t 8 i d~oft 1 i:1?1!e~l~ felici. Anche in T1•eDonne - come nei suoi precedenti ro• manzi - Bruno Sperani, si appassiona per una parto della gran questione socia.lo che preoccupa. tutto il mondo. Como epilogo del quadro la lotta agrari.~ r," sen– tire i primi brontolii. Strano voci co1Tovano in l'at .Mi'scia. l contadini, stanchi di soffrire, si ribellavano, t~\i:i:,r:tt~,~àv~c~idg~rdl;ot~r:N)~:~ 0 dr~~il~\otf.~a~~~r~r~~l 1 ro~ vano: la boje! E Maria, la stessa. Maria - gentile o commovente tipo <li contadina non nata per essere talo (') Nel prossimo numero pubhllcheremo un articolo più vasto, del no11troamlcu Ferdinando Fontana, su Bruno Speran, e le (.Yo,a della Dlre.:lone),

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