Critica Sociale - Anno I - n. 18 - 20 dicembre 1891

282 CRITICA SOCIALE stazioni della. vita. ci\•ilo d"un J>OPolo - l ungi dal c on– sigliar loro unica.mente lo srogo inulilo di elegia.ci oh! ~~~:~~·a;it~It~s 1 t~~,":'~o lr~ 1 ~ !? g~ ~~fm ~~•::~~~~t;od?~ loro simpa.tic o lo loro cu1•0 verso un campo che la. stossfi.esperienza. ci ùico oggi pili fecondo e promot– tonto di l'rutt.i. R cioè, !.\Sciando a.i libri - loro sedo più vera. - o agli Amiali cd Arcllù,i, privilegio dogli eruditi di JH'O– rossionc, lo fredde ed erudito speculazioni che tutt'al più hanno co_llavita reale o quotidiana. un rapporto u.lTat.to indiretto o non visibile per gli occhi comuni ; dO\'robboro dare alle Rivisto unicamente quei loro studi che rasentano dav,•cro le preoccupazi~ni o lo nocess_ità. della ,,ita., o che possono rntcrcssaro 11vero pubblico - la media. della gente colta - non già. un publ.ilico artitlcialo o ristretto di specialisti, uno stuolo troppo numerato di « professori » cho il più delle volto sono lettori o redattori al tempo medesimo. Nò, ciò facendo. quegli egregi uomini_che ha~no_fa.tto degli stmlì filosofici la. loro prooccupaz1ono pi-mc1pule, dovrebbero temere di de1•0{Ja1·c. Porchò mentre - gfa lo dicemmo - per le speculazion_i o disquisizioni più astratto rimangono JJur sempre altri campi; non s'ò mai sentito cho la. scienza. e la tllosoftt~- se furono scienza e ftlosofla 1>erda.nero o non repertori di logogrifi i_n– tollettuali o di formulo vuoto - abbian10~otuto riponar nocumento dall'accostarsi alla vita o alt esperienza CO· mune. 1.·esempio di quella pleiade di studi e di studios_i che si rannoda al nome del Cattaneo e del suo Poli· ,cc11ico sembrerebbero anzi dimostrare il contra.l'io. Nè lÙ.cosa a. noi sembm men cho ovvia. Una.scienza che si allontani dalla vita o dall'inte lligenz a. comune (non lltu'liamo degli anatra.beli o dei qua.si analfabeti, che sono, intellettualmonto, mono c he uom ini) a noi riesce, di por sè stessa, sospetta. Cho cosa. restò dolio grandi costru~ioni s~iontiflc~-m~ta~~icho, mon';lmenti di sapienza. ar1stocrat1ca doli ant1cl11tao del medio cvol e::t!e 1!::1~1enn:as!t~~~~~zdi siq~:~r 1 t;~1~·d~· ~:i 01 !~( [!t di quegli Aristotili rcdi\'ivi! Lo \'Crità sommo - le veriH~ftlosoficho per eccellenza - sono c1·ordinario semplici o piano o alla portata dei cervelli mezzani. Ciò cho lo rendo astruso ò unicamente la ,·esto che lo involge, il gorgo cho le dissimula, e al c1ualo gli studiosi tengono sposso ~om0: a, una. m_arca.di fabbrica, come ad un segno massonico dt r1conosc1mento. Ma la scienza o la filosofia por sò stesso non hanno nulla di «massonico», nè hanno bisogno della.cosidetta. « bugia» cho attaccano ali~ merce i. fa.bb1:icantiperchò serva. allo piccole trufTedei morcant1 al mmuto. D' altro can to non ò certamente indizio di grandi ce1'– vclli capa.ci di concepimenti originali o grandiosi, lo slrall iarsi, l'a ppartarsi dal pubblico, il non sentire e il non amaro lo grandi correnti della vita popolare del proprio tempo Chi ama la "erità di alto o disinteres– sato alfotlo, soffre del ,·ederla disconosciuta dalla massa del i>ubblico. Fra l'entusiasmo dello scienziato che si fa intendere dal maggior numero o cho perfeziona la scienza. co11·a1·to,o la rigidità. dell'erudito cho s'impcttisco noi geroglifici della propria vesto da camera o consegna la. porta pct• non dar a.dito al volgo profano, corro la stess,~ ditfcron1.a che fl'a. l'amor vo,·o o la grotta gelosia, fra la buona amministraziono o l'avarizia sordida. - com- I>n~~~c~~ss,~ofJ~ns~i~!~~a d~s1~mri(~~~ol~e;~~-stegrandi o.ristocrazio dei prodotti umani - sembrano, nella. es– senza. loro, eminentemento democratiche. E mal com– prendiamo un filosofo non salariato che, più o meno - apertamento o implicitamente, con maggiore o minore consapevolezza - non sia un po' socialista. Con~eru_omo comune rabbrividisce talora nel vedere una. sc11nm1a. - ~:r~'Ot-~~~~~c 3r 0 ~~~~i d:t 1 l~d~u~fditei7;:t~li;;t1gsio1~e:;~~ l'homo sapiens, non della zoologia ma della civiltà, debba senlirsi attristato e quasi contra1fato dallo spettacolo della. folla. umana, diseredata d'ogni luce inte llettuale e quasi incosciente, dell'imn;ionso. fC?llaJ~rol ~taria.e.ho inrnno ancora tende le mam verso I conlort1 o lo gm– stizio d'una terra. promessa .... L.a. O,-itica Sociale no,•era già, fra i suoi collaboratori cfTot.th•i,positi,·isti di rama. e di va.loro indiscusso. Lo mandarono articoli, e :eiù rorso no manderan_no in av– venire, il Ghisleri, il B1ssolatl, il Morselli, il Ferri, l'.\r- B1b1otecaGino Bianco digò, il Oe Dominicis, il Marchesini e vari altri. Ma.ossa riconosco che in questa via molto cammino rimarrebbclo a raro. E nulla per lei sarebbe più grato che poterlo faro in compagnia. di quegli scrittori o di quel pubblico cito concorsero già. a tenero J>CI' qualche tempo non in– gloriosa.mento in vita lo duo Rivisto filosofiche ora ccs– sa1Jti o che abbiamo rammentato più sopra.. i,; dunque un appello che noi \'Olgia.mo, t'ra gli altri, ai collaboratori e ai vecchi abbonati della. Rassegna ~;,.~-~~,.~rC:.:~bc n;~~t:~~ir~:~~ ~~i nt~~fo'-c;:~t1t~\~~~ quei duo periodici nè avremmo competenza che basti ~0~ 1 fld~~~ ~efi?:~~r.:er~:.o s~eb~~ 1 iò'O cg!r~~l~~i. n~~tr! valentia - che olfriamo a quei vorontorosi ed intelli– genti scrittori la cordiale ospitalità. dolio nostro co– lonne. f; che l'invito non sia per essere male accolto ci son cagiono a sperarlo anche lo cortesi parole colle quali il Dc Marims appunto licenzia\'asi pur dianzi dai lot– tol'i del suo periodico: e La. ri\•ista. che addi1o o consiglio a.gli antichi asso– « ciati o lettori della RMscu na Critic a, o la quale va. e ont cacemen t e esplica ndo in 11alia.il significato pratico « - socia.lo e mora.lo - dell a. l-~ilos ofia.positiva o na– « tul' ale, elo, • andosi co si dalla. c1·ilica.dell'evo borghese « alla costruzione storica idealo della nuova eta. umana. e ò la Critica Sociale. La. Rassegna, cui per un anno e diodi l'opera mia, risorse affermando che i destini « della froeietà. e quelli della scienza sono oggima.i uniti « indissolubilmente. Tale ò anch e il pr eSUJ>J>OSlo scian– e tifico della Critica Sociale, la qua.lo meglio ad esso « può adempiere poi suo prog1 -amma più largo, cioè e anche immediatamente pratico, riguardante la sociotìL e umana.» Fll,IPPO 'l'URATI. Chi non se,-ba la colle;tone ,tella CRl TICA, o cl!t ha 1·/cewlo (e sono molli fra i nostri le/lori) 1/et duplicali, et fa,•ebbe un /1,vo1·c omndisst11w col ,~uonuu•ci, se in buono stato, t numeri dal 4 <tl 10, che et occo1.,.ono 11e1· completw·e alcune colle;toni. 11 n. 10 sopml1tllo ci è v,·e;tosissimo. A richiesta m.ande1·emo fn 1·ingra.;tamenlo,1Je1' ognuno dei deUi (ascicoli, imo llet nost,•i opuscoli da cent. 10. IL CASO 11signor Arturo D~ Joh~m_ti~,cr-itica,ndo in !1110 scritto pr-cgc,•olc(') ,1 Jll"111c1p10 del Caso dall A1~ digò propugnato e della Ncccsstl~ casuale _eh c_u1 io :,;c1•i:-.s1 pili volle ('), fcco _capir~ che 1101 ch_ia– miamo «Caso» la Jl.ll'to rolal1ra cl una legge, c10ò quel tanto che noi, nel vcl'iflc~1-si d'~na ieg:ge, igno- 1·iamo· menlr'e tutto lo modahtà det fatti dij1endono eia caUse 1nin01·t che fanno clC\ 1 ia l'8 o modifica1·e gli cfl8tti della causa p1·incip. .1.lo , o che noi per a,·. ventura non avvertiamo: noi, seco ndo il De Johan• ni~ chiamiamo casuale la j>artc, diremo cosi, 1·e– latÈva, cruna lcgg·e, c1uclla e elio cause 1ninori da noi in:n-vertitc. Contemporaneamente egli inte":de_dimostrare eh~ le leggi fisiche (come quello s_oci:~h) non sono r1• gidc: il getto d'acc1ua, poi· oscmp10, cl una fontana, non giungo all'altezza dello str7ltO d'acqua o del. serba• toio ila cui dc1·iva, od osc1lla ti-a altezze dn:01_-sc; Ja. logge dei vasi comunicn.nti non è dunque r1g1da.

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