Critica Sociale - Anno I - n. 16 - 10 novembre 1891

254 CRITICA SOCIALE QUAE LA PER LA SCIENZA L'eredità fra i pittori. Oggigiorno si studia molto il fenomeno dell'eredifa, l'anello che lega ineso1·abilo al passato, dal quale il presento fatn.lmenio deriva. La criminalità, la pazr,ia, la prrnstituziono, il suicidio, il genio sono esaminati sotto questo rapporto e ciò dovrà. portare nell'esistenza pratica un utile innegabile. Chi discendo da una vasta serio di malati, di delin– quenti, di suicidi dovrà. per il benessere della società attuale e J>iùdella futura trovarsi soggetto a speciali limitazioni della sua libera attività, il cui esercizio in– condizionato lederebbe le esigenze della vita. di tutti gli ultri. Più si ,wvantaggeranno di questo indagini lo scienze mediche si }lor la diagnosi che per la cura, o la com– pagine fisica o morale clolrumanità anche por ciò potrà rendersi migliore. Le vocazioni, dello quali attualmente si tiene un conto troppo meschino, saranno ranòrzate da queste ricerche; e da un oppol'tuno spcciftcarsi delle individuali energie si avrà. come una naturale divisione del lavoro meno dannosa. dell'artiflcialo, che, ristretta o minuta, oltre i mali economici conosciuti, produco un isterilirsi tedioso degli ingegni. Per la criminalità, la. follia, il suicidio si è ormai stabilito chiaramente l'im1>0rtanza.del fenomeno del– l'eredità. Non cosi può dirsi per quella anomalia su– blime che costituisco il genio. Oalton e Ribot veritlcano frequento anche poi geni l'influenza ereditaria, laddove il Lombroso la. rinviene mono spiccata o più rara. E un fatto comunemente osservato cho uomini cli gran talento hanno spesso prole di intelligenza inferiore alla media. So si vuole seguire la. teo1·ia.del Lombroso, che noi genio vedo una psicosi, non sembrami v'abbia ragiono di stupirsi di questa eredità al rovescio per cui da un gigante del pensiero nasco un pigmeo. Come la criminalità. del genitore può frasforma.rsi in follia. del figlio, o la. follia in criminalità, determinandosi una equivalenza dello varie degenerazioni fra di loro, cosi il genio che, se non può chiamarsi una degenerazione, ne ha i caratteri, ò facile che si trasmuti in un'altra forma di psicosi, o da chi nella. gerarchia montalo è al primo gradino discenda chi ò a buon diritto confinato negli ultimi. Gli esempi tuttavia dcll'crcdifa del genio non sono pochi, o v'hanno famiglie in cui il superbo privilegio, corno ad esempio in quella elciDarwin, si trasmetto 1>er vario generazioni. Ta,lvolta.l'attitudine intcllettua.lo del pa.dro ò ripetuta speciflcn.mentc nel figlio, tal altra per contro non vi ha che l'eredità. generica, cd un grande poeta può daro al mondo un gran medico. Ma l'eredità generica si ha piuttosto nel senso dello qualità mentali che presiedono ad una data. occupazione, per es.: il sentimento, la fan– tasi.~ noi far ,·orsi, I.~ rHlessiono noi fllosofure, la potenza d'osservazione nello scienio natura.li e via, via, per cui, da. un poeta., so non nasco un nuovo poeta, può na– scere di ))referenza un artista che un matematico, da un giureconsulto uno statista meglio cl'un astronomo, ecc. }~partendo da siffatto concetto che il signor A1mt:AT nel fascicolo d'agosto della. Remwphitosopltique imprese a studiarç l'eredità. fra. i 1>ittori. Non giova troppo, scrivo l'Arréat, il chiedersi so il genio si crediti, e quello che più urgo non è il consi- Bib 1otec;:iGino B1ar-o dorare una facoltà in complesso, ma i fattori elemen– tari da cui risulta. Poi' i pittori questo qualità. elementari sono essen– zialmente la. curiosità. o direzione spontanea. della attenzione, la memoria motrice, la memoria visuale delle forme e dei colori, ccl influo l'emozionalo o la predominanza del sentimento sulla ra.gionc.Como l'ere– dità tramandi simill qualità. o prepari la vocazione, tale ò l'aspetto sotto cui l'autore indaga l'eredità fra. i pittori. In un primo gruppo egli studia. quelli che discesero da parenti pittori, scultori od architetti, professioni cioè non solo amni, ma richiedenti inclinazioni quasi le stesse. In un secondo i figli degli orellci e maestri d'arte, ccl in un tcrm i figli di individui dediti a mestieri che per nulla, o solo per poco, si riferiscono alle arti. Di trecento nomi i due terzi si rinvennero fra i discen– denti dei pittori o maestri d'arte, avendosi Jlerò artisti di primo 01•dinoin tutti o tre i gruppi. Parrebbe quindi manil'esta l'influenza ereditaria. La primogenitura e la classe sociale, al cui riguardo l'ArrOat l'eco molte inJagini, non diedero risultati di alcun valore. Sottoponendo in tal guisa all'esumo serio numerose di determinato professioni necessitanti 1mrticolari energie psichiche e mentali, si arrive!"J.sempre più esattamente a duro un contributo scrio a quella simpatica parte della antropologia o psicologia.generale che è l'anfropo• psicologia del gonio. ADOLFO ZERUOGJ,10. Camillo Prampolini, deputato di Reggio Emilia, uno dei pià devoti e valorosi apostoli che conti in Italia la causa del pro– letariato, ha perduto la sua affoltuosa compagna, GIULIA SE– GALLA; compagna non pur negli affetti domestici, ma oziandio nel culto di un comune ideale; • amica vera o non de la ven– tura.• Fu spenta dalla tisi, che insidia lo compagini ph\ frati e ph\ delieato; la sopportò forlemonto a lungo; ricusò i Magi della mitologia cattolica 11Icapezzale o li l'lcusò dietro il feretro; cosi come non aveva richiesto - forte o geniale fanciulla - nò cabala di prete nò uOicio notarile di sindaco a benedire e a marchiare l'uniono con l'amico suo, santificai.a dalla sponta– neità dell'amore. E furono veramente, o non per pura. forma, compagni: non avevano stipulato compra-vendita nò diffidato tanto di sè da imporsi la vergogna di un giogo. Perciò l'affetto, figlio della stima, fratello alla mutua fiducia, non mori durante la vita e re11isteo~gi alla morto. S1)()11tanoo ed improvviso si compose il corteo, sotto 1n dire– zione della Lega ,ocialflta di Reggio. Dalle prossime ville accorsero a frotte gli amici, nccorsoro le Società ed i Circoli; pul'e gli anarchici vollero dimostral'e, col loro concorso, che il • malor civile • dei dissidi politici non corrode in essi cortesia e L'lcedinanzi allo percosse d'un immenso dolo1·e. E sotto ml nugolo di fiori, preceduta dnlla banda civica, se– guita da densa onda di popolo muto, con vessilli vari e splegnto lo bandiere scarlatto, mosse la diletta salma al Cimitero; 0, 1 0 non furono recitale le vane stereotipo laudi che il Yecchiomondo aduna sui tumulij ma alto vib1·aronoparole d'affetto o di dolore, mcssnggere delle fresche idealità di uno spirito nuovo. Cosi una dimostraziooo di vasto lutto cittadino riconsacrava la soave arditezza di un nodo giovanile umano, che non ebbe falsa custodia di bugiardi riti, ma sole e pià secure guardie lo salde o spontaneo simpatie dell'intelletto o del cuore. Dalla. mest.."l. cerimonia irraggiarono gentili presagi e la morte parve, in quell'aurora, farsi più mite. Noi mandiamo a Camillo nostro - oggi più no,tro - i po– veri commossi conforti onde l'amicizia dispone. Senta il suo animo buono e addolorato quantoo qualewé il nostro consenso.

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