La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 32 - 20 agosto 1908

Carlo Coturno. La rieomparizione delle figure" sanguinario condannate per gli assassinii della Ida Caino e di, Paolo Amodeo E' un ritorno di diciotío anni che mi fa pensare. Mi fa pensare alla povertà della delinquenza mentale degli uomini che sto per ripresentare sulla scena dei loro delitti. Nessuno di loro aveva intelligenza. Nessuno era evoluto. Nessuno aveva capito che an- che nel mondo della malvivenza per riuscire bisogna•studiare, seguire i crimini con la stessa voluttà con cui il medico segue la storia delle malattie e tener dietro allo sviluppo delle polizie e alla letteratura poliziesca con tenacia e entusiasmo. I Coturno, i Orienta, i Chiusura, i Conti, i Zanzottera erano disgraziati che si erano dati al coltello e al evolver che assassinano on la noncuranza del la- druncolo che mette le mani in saccoccia della prima o del primo che gli capiti. Ammazzavano incalzati dal bisogno, quando gli as- sassini non hanno scelta o sono violentati a colpire anche se la raceoltà sarà di poche lire. Preceduti dalle più alte capacità del mondo criminale sono an- dati alla Corte d'Assise come un mucchio d'imbe- cilli. Non hanno saputo nean- che trovare un motivo so •ciale fragoroso per giusti- ficare le loro stragi umane. Ce n' erano due, per esempio, che avevano una splendida occa- sione per presentarsi davanti ai giudici come vittime doll'ordine sociale. Immaginatevi che fra loro c'erano due ignoti, due figli di nessuno, il Carlo Coturno e il Conti Calimero, cresciuti in mezzo alla strada, senza mestiere, a furia di astinenze e di privazioni o di miserie senza nome.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=