La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 32 - 20 agosto 1908

IO IL LENONISMO VIENNESE Ogni volta che c'è un krack morale c'è èhiasso, c'è sorpresa, c'è meraviglia. Il mondo pare stupefatto. La gente si volta a destra e a sinistra come per trovare una negazfone, una parola che di- trugga l'impressione paurosa. Cani! cani! cani! ipocrisia! ipo- crisia! ipocrisia! Noi tutti sappiamo che la virtù borghese è il vizio, è il liber- tinaggio, è la concupiscenza. Ma vogliamo essere rispettabili. Ci ammantiamo di pudicizia, portiamo in trionfo la fedeltà dei no- stri uomini, la castità delle nostre donne e ci offendiamo quando qualcuno mette in dubbio la purezza dei nostri costumi. Ma fortunatamente per i documentisti ci sono i tribunali dove si ri- versano i nostri bagordi, le nostre purulenze, le nostre follie an- timatrimoniali, le nostre lascivie d'alcova, le nostre fungosità u- terine, le nostre virulenza, le nostre infrazioni carnali. Ora è l' Inghilterra che precipita con gli scandali di Cleveland street e con il mercato clandestino delle sue vergini. Ora è la Germania con le sue tavole rotonde. Ora è la Francia con le sue demi-vierges che riassumono la simulazione del pudore femminile e ora è l'Austria con i suoi Mareelli Vaioli- che incarnano il leno- nismo nazionale. E' un krack internazionale. Nessun popolo — preso nella sua vasta compagine — è al di sopra dell' altro. Marcello Veil è mondiale, come era mondiale la contessina Mizzi, la casta frouteuse che di- vertiva la società degli arciduchi, della gente di Corte, dei ba- roni banchieri, della borghesia che affolla Ringstrasse! Sono le ditte delle patrie moderne. Quale boccata di sarcasmo deve aver buttato in faccia ai moralisti viennesi il conte papalino Veith I Buffoni! buffoni! deve avere sclamato nel momento in cui gli sfasciavano tutta la sua persona morale! Ci sarei io senza di voi, signori begascieri, signori che sfiorate e sfiorite le ragazze che non sono protette dalla dote ? Loro stanno nei mezzanini dei grandi restaurants a stordirsi col champagne e coi vezzi della povera fanciulla che ha finito col gettare i suoi disgusti e le sue nausee con sè stessa nel Da- nubio azzurro e lui, il povero lenone, aspettava in una bettola qualunque, sorseggiando il kapuziner e pollo si rimprovera, e gli si rinfaccia la sua Gemuth lichkeit — la sua bontà, la sua affa- bilità. Ingrati! Viener-Biz

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