La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 30 - 6 agosto 1908

2 pagare i censori del mio discorso della mia orazione, dei mie progetti di ricostruzione sociale, delle mie pagine intellettuali, dei miei articoli magari incandescenti: censori incaricati di abburattare le mie idee per cercarvi le parole rosse, i vocaboli scarlatti, la di- citura .gonfia della mia indignazione, i pensieri usciti affocati dalla mia officina cerebrale. No, non posso. Voglio che cessi il martirio del pensiero, che scompaia il personaggio del .gabinetto della pro- cura generale che mi punisce e mi fa punire perché non ho nella testa il vecchiume delle società putride. Cada la prerogativa e il reato politico ! ••• L'amnistia poi per i reati politici è una mistificazione e una umi- liazione. Non é il pentimento che ve l'accorda. Non è il sovrano rinsavito che vi schiuda la dura porta del carcere o del reclusorio. Ma è la Sua bontà, la sua grazia, il suo giubilo, la sua voglia di rendersi popolare, il suo bisogno di farsi applaudire come adesso si applaude il sultano che ha amnistiato le vittime del suo assoluti- amo e della sua oppressione e della sua tirannia. Se io faccio del Male a un mio concittadino sono denunciato e ostracizzato. Il re manda e tiene in prigione migliaia e migliaia di. persone ogni anno e il giornalismo vile e bottegaio a ogni amnistia lo chiama Clemente, magnanimo, padre della patria! Buffoni ufficializzatevi, livreizza- levi e sarete meno abbietti. * •Por provare che siamo proprio davanti a un caso di umiliazione politica non abbiamo che voltarci verso i precedenti. Io Mazzini, io Barbier, io Victor Hugo siamo condannati a Morte per il noslro disprezzo contro tutte le monarchie. Subiremo l'onta della grazia sovrana? Noi non la vogliamo, noi preferiamo i piombi di Venezia o il mastio di Volterra o il bagno penale borbonico o la deporta - zione alla Guiana o in Caledonia, alla libertà concessa da colui che ieri voleva gigliottinarci! Voi vedete che non c'è più dignita. Come? fo ho consumato la gioventù per demolirvi, per danneggiarvi, per distruggervi, e voi, gente reale, mi fate discendere fino al fango del vostro perdono? Noi, della Commedia Umana, siamo in una condizione peggiore di quella dei grandi uomini citati. Perché tutti i nostri reati sa- ranno amnistiati prima del verdetto dei « nostri pari » e sapete perché? Non mica perchè Sua Maestà sia stufa del bavaglio e della galera: per solennizzare un avvenimento comune a tutte le fa-

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