La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 29 - 30 luglio 1908

27 •dolci che il linguaggio stantio o antico chiama e p,ceatrice », perché muoia di fame o si dia al mestiere della stradaluola. Chi compie atti simili è snaturato, è criminale. l .genitori che in nome della morale fllacciosa hanno buttato sulla strada la Lu- cia Ceccacci doVrebbero essere processati per lesa umanità. Il loro onore è un onore di stagno o di gesso. E' l'onore delle ti- gri. Diamine, l'istinto sessuale non è un delitto, ma una eleva- zione. Si, lo è. E come aborriamo dalle brutalità maternr e paterne, sentia- mo orrore della violenza che l'autore della lettera vorrebbe in- segnare alle cosi dette < traviate». Dumas stesso era perplesso: ucciderlo? ucciderla? Non si uccide nessuno. In amore non si sa chi sia il colpevole: se chi cessa di amare o chi ama an- cora. E' una sventura della nostra vita. Prendiamola come è senza guastarci il sangue. a famiglia Ceccacci e la loro figlia buttata sulla strada. Illustrissimo Signor Direttore, Le parole dell'Assiduo a mio vedere, feriscono direttamente il cuore esulcerato di una povera famiglia oltraggiata nel proprio onore per la leggerezza della figlia, che poco curandosi del vili- pendio del suo casato, e delle conseguenze cui andò incontro la stessa Lucia Ceccacci, fino a morire sotto il ougnale di un furente geloso. • Chiunque nei panni della disonorata famiglia Ceccacci, forse e senza forse, avrebbe fatto lo stesso, e non per mancanza di pietà verso la figlia, tutt'altro, ma perehè, a parer mio, il rendersi com- plice e compiacente d'un simile schiaffo morale, cl va di mezzo la propria dignità. La donna certe volte abusa di questo sentimento pecoresco, e molte volte quand' è riuscita co' suoi pianti a farsi perdonare, il giorno dopo ricomincia daccapo, e di ciò le cronache sono piene. Secondo l'Assiduo, a parte il caso Ceccacci, tutte le famiglie in santa pace dovrebbero perdonare le forsennate scappatelle delle figlie o delle mogli, tanto per non farsi dir crudeli, e per conse- gaenza di oppressi far la figura di oppressori. Ma ciò vuol dire assecondare i capricci della donna, e le sue voluttà e i suoi istinti brutali, inchtnevoli al mal fare e al diso- norare, dando alla società un contingente sempre più numeroso di bastardi, di figli senza nome, figli della colpa e sdegli illeciti amori, con cui i disonesti genitori concorsero agli abbracciamenti amorosi. E questo, oltre essere infame e spregevole per chi non ammeitte aver punto a sangue l'onore, è un flagello sociale, un

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