La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 29 - 30 luglio 1908

26 .perché occorra ricordare e mettere nel conto anche quelle dei suoi congiunti. Sussurravano un tempo i maligni che del suo sviscerato amore all' Italia ed alla libertà, nessuno si fosse mai accorto prima del Si settembre 1870, ma certo erano queste scellerate calunnie. Narrano le vecchie cronache parlamentari che Silvio Spaventa abbia un giorno affermato in piena Camera non essersi egli mai sentito così poco commosso al nome di patria, conie quando quel nome aveva pronunziato Guido Baccelli ma certo quelle crona- che sono bugiarde o, se le cronache sono vere, il bugiardo do- veva proprio essere Silvio Spaventa. Si leggono, infine, in certe polemiche degli ultimi anni di vita di Felice Cavallotti, periodi terribili che sono frustate sanguinose sul volto paffuto dell'inventore della mistura a nti Cosse' ica, ma tutti sanno che Felice Cavallotti era un soggetto da manicomio, un li- bellista, ed un calunniatore di professione. Tanto è vero che Guido Baccelli, gran liberale e gran democratico, è una delle colonne di quel blocco popolare che ha conquistato il Campidoglio per in- staurarvi il regno, cioè no, la repubblica della libertà e della de- mocrazia. Ed è forse per questo che . neanche i più feroci professionisti della morale hanno avuto una parola di commento alla docu- mentata denunzia delle generosità domestiche di Guido Baccelli. fatta da Paolo Sgarbi sull' Avanti e, sopratutto, alP allegra e ri- danciana difesa fatta dal « divo • del suo amor fraterno a base di denari dei contribuenti. Uno che ricorda. e Piattaforma libera. Questa settimana lasciamo andare stilla 1:tattafortna un uomo dal cervello vecchio, un ritardatario che vorrebbe lasciarci cre- dere che la soaietà, è rimasta alla menzogna e che la morale .degli uomini o delle donne è ancora quella terribile degli an- tenati che stramaledicevano e ripudiavano la figlia che sentiva la vita prima del nodo coniugale. Ah, no, signore, l'evoluzione per quanto lenta, ha mitigato la ferocia dei padri e delle madri che non conoscevano perbono per la fanciulla che si era ab- bandonata agli amori proibiti per pasaione o per bisogni fisio- logici o per precocità sessuale. E figli non sono più proprietà dei genitori. Il casato è scomparso anche dalla terminologia borghese. I padri e le madri hanno l'obbligo di allevare i figli secondo le leggi statali, ma nessuno di loro è antorizzato a re- primere i loro istinti o la loro volontà o i loro amori, come nessuno di loro è autorizzato a chiudere l'uscio in faccia a

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