La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 26 - 9 luglio 1908

31 ma. Più infuriava e più mi introduceva nella intimità delle tre persone che avevano vissuto sotto lo stesso tetto. La moglie era la donna di parata per i giorni di ricevimento. Nelle altre ore assumeva il posto della vit- tima destinata a morire di crepacuore. Gracile, sofferente, con i capelli precocemente ingrigíati dallo spavento, con il viso che pareva il simbolo della rassegnazione. Al terzo aborto il marito aveva voltato faccia. Era divenuto un altro uomo dall'oggi all'indomani. L'aveva sloggiata dal letto maritale, non parlava più con lei che per i bisogni della casa, si rovesciava su lei con le escandescenze più villane del suo villanissimo dizionario e le faceva subire i suoi frizzi, à suoi dileggi, i suoi dispetti, il suo di- sprezzo. Era venuto un momento in cui non c'era più finzione. L'eroe dei mille andava nella stanza della Rosa anche se era presente la moglie e usciva alla mattina in mutande e camicia da notte, lasciandosi dare il buongiorno dalle persone di servizio, che facevano della maldicenza con gli occhi. Orsola, la signora, spossessata di ogni cosa, conside- rata in casa una stupida che subiva tutte le umiliazioni, invece di prendersi la dote e andare altrove, aveva fi- nito per piegare davanti alla rivale, pregandola qualche volta a consigliare il padrone a moderare il linguaggio contro la moglie. Lungo l'ultima malattia non è andato nella di lei stanza che nei momenti in cui bisognava fare l'ipocritone per il solito rispetto umano. Morta, ha la- sciato agli altri la cura di seppellirla. Non si è voltato •indietro, non ha voluto vederla, 1' ha lasciata incassare senza darle un bacio. E al momento in cui la portavano via egli si è. chiuso nella biblioteca per decenza. — Chi capisce l'uomo? mi ha domandato Rosa con un sospirone che faceva da finale alla sua crisi. Chi ca- pisce l'uomo? soggiungeva sbattendo in terra il cappello e rialzandosi a rifare la toilette. Come frutto proibito gli piacevo, mi colmava di gentilezze e di doni e mi dava la preferenza in ogni occasione. Divenuta completamente sua, gli sono indifferente. Se non vado io alla sua stanza non c'è dubbio ch'egli vengaida me. Chi capisce l'uomo?

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