La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 26 - 9 luglio 1908

i9 bhco con i lavori dai suoi cortigiani. L'innò a Egir, che gli ha dato a Berlino e in tutta la Germania una notorietà musicale straordinaria, è stato composto. e musicato dall'omosessuale Eulenburg, e orchestrato dal professore Alberto Becher. Così in pittura. Egli mette il suo nome sotto le tele del professore Knackfus di Cassel, e firma senza paura che gli si gridi: plagiario! i paesaggi e le marine di Carlo Selttmann. Tutti sanno che i suoi discorsi sono messi assieme dagli alti ufficiali del suo se- guito, e che anche se sono chiassosi racchiudono la monotonia e la retorica imperiali. Tuttavia egli si ostina a crederli suoi e a chiamarli dei ca- pilav9ri di eloquenza. E non è lui che ha nominato la regina Vittoria comandante in capo del primo reggimento dei dra- goni, divenuti, dopo la nomina, i dragoni della regina d' In- ghilterra? Sfacciato come un saltimbanco. Una sera è comparso a una festa musicale di Corte con indosso l'uniforine di corazziere dell'epoca di Federico il Grande con parrucca incipriata e lo sckakò dorato sotto il braccio. Quando il padrone si dà di questi spassi, tutte le cortigiane e i cortigiani devono imitarlo. Così il corazziere imperiale si è trovato in mezzo ad una folla di costumi del diciassettesimo secolo. Parrucche, abiti di seta e di velluto dalle lunghe falde, calzoni aderenti di satin, scar- pe scollate e fibbiate. — Attenti ! gridò l'imperatore entrando. E li ha chiamati per nome a uno a uno e ha additato a cia- scuno di loro il posto che doveva occupare col dito puntato. — Primo violino, un pò più a posto quella testa. Pianista, un pò più di fianco, Violoncellista, inchinatevi leggermente. Una mattina, al déjeuner, quando nessuno si aspettava un brandello di pazzia imperiale, Guglielmo_si è alzato O ha detto ai cortigiani e alle cortigiane: — lo sono felice di annunciarvi che ho perfezionato i miei piani di architettura per l'accomodamento del castello. Io ho deciso di mettere tra me e il pubblico una barriera. Farò co- struire una nuova fila di terrazze davanti ai miei palazzi, ter- razze che andranno abbastanza lontano per conglobare la parte del giardino situata tra il castello e la grande fontana. In questo episodio della sua vita di Corte è un pò d'impera- tore. Taccagno, spilorcio, capace di brontolare per dieci marchi se si tratti degli uomini e delle donne che lo circondano, butta poi via venti milioni per i suoi capricci o la sua fantasia. Non parlo delle sue avventure galanti, perchè me ne sono già occupato. Ma a dimostrare la stia audacia dirò di uno dei tanti scandali che lo circondano. Dopo la caccia c'è stato pranzo Grunewald. C'erano una ventina di gentiluomini e sei dame. Giunti al caffè, il maestro di cerimonie fece passare gli invi- tati, compreso l'Enlenburg, rpsporsabile della persona dell'im-

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