La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 26 - 9 luglio 1908

26 è urgente e grave? Noi non lo crediamo: occorre che lo Stato intervenga e provveda, ed è quanto devono chiedere e recla- mare tutti gli spiriti liberi e moderni. Noi non ammettiamo che lo Stato permetta la ricostruzione delle corporazioni religiose, come non ammettiamo le Associa- zioni contrarie al buon costume e antisociali; tanto meno am- mettiamo che l'educazione della gioventù sia subordinata a scopi di propaganda religiosa. Libero chiunque di andare in chiesa a imparare i dogmi e i misteri del cristianesimo, di credere nel padre eterno, in Allah, in Budda, nel dio che vuole, ma al fanciullo e al giovanetto che non hanno ancora la capacità critica e la libertà di deter- minarsi non si ha il diritto di somministrare nozioni false nella scuola e di plasmargli la mente secondo una confessione reli- giosa. Giusto Calvi era un refrattario. Insofferente d'ogni giogo, insoffe- rente in ogni disciplina, insofferente degli odori della vita servile, è andato , per il mondo con la curiosità dell'artista, lasciando qua e là un po della sua insurrezione intellettuale. Con una mente Iiber- taria, più abituato alla vita contemplativa che al rude lavoro che spoltrisce il cervello, egli, lun- go i suoi quarantatrà anni, ha prodotto poco. Forse il male terribile che gli sgretolava e gli infastidiva l' esistenza, ha contribuito e renderlo neghit- toso. I e senzapatria 3 , bozzetti che egli ha raccolti nel viaggio in terza classe da New York a Napoli, sono carichi delle os- servazioni di un filosofo e di uno sportinan della miseria, co- me amava chiamarsi lui stesso. Il povero Giusto è andato al Parlamentò quando il male im- placabile si era già sviluppato. Chi scrive si è trovoto con lui proprio quando vi faceva la sua entrata. Era pieno di speranze e sognava di diventare un Danton del nostro tempo. Illusioni! Il male 4; stato più potente di lui. Interprete della poveraglia italica, addio, eccoti i fiori più belli della nostra redazione. Noi ti ricorderemo. I nostri compagni ti ri- corderanno. Col tuo nome intitoleremo parecchi dei nostri circoli. L. P.

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