La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 20 - 28 maggio 1908

ANNO L 28 Maggio 1908 N. 20 III NUOVA COMMEDIA UMANI GIORNALE SETTIMANALE Direttore. E'^ 0 1.0 'VA 1. ABBONAMENTO NEL REGNO - ANNO L - SEMESTRE L. t3 iin numero separato Cent. IN PLATEA Sommarlo! Oddino Morgari e Felice Santini, il mattoide.— Se lo fessi nelle congressiste darei una lezione giudiziario al diffamatore — In certe cose io sono Inglese — Le commemorazioni funebri alla Camera — Qui sl, mi si rompe il cuore. Oddino Morgari con le sue confessioni si rivela di una bontà eccessiva. Se non lo avesse detto lui nell'Avanti! non avrei cre- duto ch'egli si fosse affaticato nei colloqui cogli amici a difendere quello sbraitone di Felice Santini. Perchè se il mattoidismo lo ha protetto più di una volta, non si può non vedere nel medico mi- litare il mascalzone. C'è in lui più mal animo e più cattiveria e più scelleraggine di quello che si pensi. In tutte le sue interru- zioni c'è sempre la Vipera e il villanzone. Il suo stomaco è carico di roba fetida. Non gli viene su che materia fracida e nauseosa. Supporre in lui dei principii è supporli nel maiale. Egli è un de- putato come ce ne sono tanti, ma nessuno può scambiano por un avversario. Avversario, e di chi ? Del truogolo, della latrina, della bonza dei pozzi neri, di tutto quello che volete, ma non di un uomo rispettabile nel senso politico. E chi è che si metterebbe a ragionare su una piattaforma qualunque con uno Omaccione di quella fatta e con un cervello che non contiene che zavorra? La vita è troppo breve per sciuparla con una volgaraccia creatura - che non è preoccupata che di farsi affiggere nelle colonne dei giornali. E non è neanche un 'gentiluomo come si è lasciato cre- dere per un pezzo. Perchè si può avere la faccia di bronzo e la pelle slell'ippopotamo, ma l'uomo pubblico, per quanto strafot- tente, non può ignorare e tollerare accuse che inghiottiscano la riputazione come ha fatto lui. Lo spettacolo di un uomo borioso che ha il suo dio e il suo re e il suo papa sulla bocca ogni mo- mento e che poi don urla o non strepito o nen grida quando è sotto la pioggia di fango è triste. Ci fa inala anche se non ilVes,imo I er

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