La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 19 - 21 maggio 1908

25 donna ohe ti piaccia; ti fa arrabbiare, ti costa danaro, ma tu le corri dietro — E tanto l'uno ohe l'altra finiscono per mandarti a gambe levate! — SI lotta, si lotta e poi ci sl casca! — E quel che è peggio, tu caschi spesso! ». Si potrebbero moltiplicare le citazioni; nulla mal di più fino nè di più sostanzioso. Tutti I personaggi del Testoni riproducono quel tipo asfissiante che quando lo trovi in so. eietà gli misuri — Idealmente almeno — una cinquantina di pedate ogni quarto di secondo, quel tipo che non può rispondere a tono nemmeno se crepi, perchè deve fare un giuoco di parole su ogni stornato. Dopo questo suo teatro di tela di ragno, è venuto quello di ragno senza tela. Un personaggio che si muove a suo co- modo fra le canta e i fondali, che sale e scende, s'indugia e se ne va fra, una turba di moscerini che gli fanno intorno la riverenza. E venuto cioè il Cardinale Lambertini e que- sto insipidissimo Rossini Il procedimento è lo stesso per entrambe le commedie, vale a dire di una puerilità desolante: un attore sempre in scena con delle comparse che saltellandogli in giro gli danno buon giuoco per rimbeccarle a dovere, e delle situazioni pre, parate d'avanzo i. er tagliargli fuori la bella parte. Ma al- meno nel Cardinale Lamberlini il personaggio era presen- tato nella veste e nelle funzioni che gli competevano; alla ribalta si vedeva davvero un prelato in zucchetto roseo! non diceva e non faceva niente di straordinario, niente che valesse la pena di essere visto o sentito, ma almeno si oc- cupava molto di cose di religione. Con parole grosse, con una arguzia monotona e grossolana, trattava tuttavia di affari chiesastici tenendo d'occhio preti monache e frati della sua giurisdizione, e quei laici che al suoi occhi di mi• nistro di Dio non pareva rigassero diritto. Era insomma veramente un prete colla chierica, e se ne ricordava e ce ne faceva ricordare spesso e volontieri. Ms Il Gioacchino Roasini come ce lo presenta il Testoni non è nè l'autore della Semiramide né quello del Barbiere di Siviglia, del Guglielmo Teli, o dello &abiti malori Il Ros- sini del Testoni, è un tale che se sl occupa di musica se ne occuperà fra le quinte, quando nessuno io vede o chiuso nella sua camera, che non ha il più piccolo spiraglio sul palco- scenico. Alla ribalta non è che un comunissimo buontem- pone, personaggio da farsa o da pochade che potrebbe anche chiamarsi Picealuga. È ben questo che sbalordisce! Noi pen- savamo a Rossinl come al più gran compositore italiano del seeol scorso; a un RossInl ghiottissimo di maccheroni, fanatico di tartufi ed idolatra delle mortadelle, a nn Roe- sint invischiato fra tante sottane da non sapersene districar Mal e desiderandone ancora quando gli anni 5 lie le allon-

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