La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 19 - 21 maggio 1908

18 M i P., 21_ r3 A:CT (Continuazione e fine). Rabagas-Mirabeau aveva due nenlici: la popolarità di La Fayette e le tasche vuote. Il discorso coni celebrato del maggio '90 lo collocò al di sopra di ogni competitore, perché nessuno aveva i nervi ed i muscoli dell'amante di Sofia ed un vigoroso tem, peramento erotico é condizione eccellente per dominare. E' questione di morir prima; ma il satrapo della femmina e della gloria non pensa alla morte e non cura i suoi raffreddori e le sue pustole. Se ha questi scrupoli, fa un'apparizione e poi si ritira. Invece d'essere un despota, è una lumaca. Ne abbiamo degli esempi molto vicini a noi. Sono il ridicolo della storia, La storia, al contrario, Mirabeau l'ha prosa in giro, come Sofia. con le sue braccia di Encelado Satiro. Naturalmente Mirabeau non è il Rabagas del principato di Monaco. Victorien Sardou può darsi abbia seguito con la coda dell'occhio il tribuno della prima assemblea francese. Ma la satira di quella commedia — che tramanda il ciarlatanissimo degli autori ai posteri, come Tartarin tramanda Daudet e Tartuffe Molière — toccava uomini e manovre politiche pii' vicine; toccava la farsa e stature di rappresentanti del popolo minori. Rabagas-Mirabeau è Itabagas, ma quello della tempesta, quello della scalata all'Olimpo, quello della Rivoluzione. Dunque il Tribuno é a corto di danari e vive di debiti. Quando lascia l'Assemblea e il mareggiare della folla -che urla pazza il suo nome, scende per i vicoli fetidi della Parigi sb idigliante il terrore, e cerca le piccole porte dei covi voluttuosi. Là debbono essere „rose e vini e donne belle non nascoste da veli e amici orgiasti e fanciulli ben educati all'opera ganimedica. Là l'onni- potente s'ingolfa nel tormento del piacere. Adesso tutte le fem- mine sono Sofia, discepole e maestre perfette per la gioia. Il grandissimo non ha piè la superstizione dell'unica belva ignuda dal seno eretto e dal fianco lunato. Il piacere é per lui come la gloria. Datemene, da qualunque parte essa venga, lo voglio la gloria che é il piacere stordente dell'Oceano umano tempe- stoso. Io voglio il piacere che è la gloria raccolta, intensa, vio- lenta, crudele, sotto cui piega la femmina. Ed egli volle il danaro da qualunque parte potesse venirgli. E l'ebbe dalla cassetta dei Capeto, dalle mani soavi di Maria Antonietta, per una tenue promessa politica. I nove mesi della restaurazione finanziaria di Mirabeau, inco- minciano da quel tre di luglio '90, giorno in cai il padrone della Francia patteggiò la difesa dei diritti reali in seno alla Assemblea. Quelle reni di gigante del desiderio ebbero un bri- .

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