La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 19 - 21 maggio 1908

9 nevano i elimini dei trame in modo da costituire un rinforzo alla barricata e vidi sui tetti di casa Saporiti forte numero di giovinotti i quali raccoglievano sul parapetto di colon- nata che etb sull'alto del tetto di detto palazzo, molte tegole. e Mi stupivo non vedendo nessun apparato di forza da- vanti a questo spiegarsi della rivolta; quando, credo verso le ore 11.30, vidi giungere un plotone di carabinieri coman- dato da un capitano e diretto dai delegati Buia e Birondi. Al giungere della forza cominciò subito una forte sassainola ed una pioggia di tegole dal tetto; grida sediziose partivano da tutti i punti; furono suonati parecchi squilli, ma I rivol- tosi imbaldanziti dal numero e dalla pazienza della forza, dal tetto di casa Saporiti passarono al tetto di casa Richard, che è confinante, facendo più fitta ancora la pioggia di te- gole. Venne allora ordinato il fuoco contro la barrica'a e contro i tetti; i carabinieri e le guardie in borghese, fattisi aprire il portone di casa Richard, poterono finalmente sala.° sai tetti e domare la rivolta In quel punto. Qualche momento dopo arrivava la cavalleria da porta Venezia che passata come potè la barricata si dispose a fare una carica per II corso. Anch'io mi recai verso uno degli sbocchi laterali del corso e precisamente all'altezza di casa Rossa. e La cavalleria passò caricando, ma un gruppo di persone di bassa condizione si era fermato con me allo svolto di via Boschetti. Erano tutti eccitattssiml, parecchi anche avevano tra le mani dei sassi tolti all'acciottolato della strada. Di- spostosi contro l'ingresso di questa via un cordone di sol- dati di cavalleria appiedati comandati da un ufficiale questi vennero presto fatto oggetto di Insulti e di eacitamenti d'ogni genere a cui i soldati assistevano impassibili. Preoccupato dal mio dovere di buon cittadino davanti a questa folla eccitatissima ma che non mi pareva ancora ubbriaca, tentai con ogni mezzo di persuadere or l'uno or l'altro a desistere dalle provocazioni ai soldati, dalgi incitamenti che loro si facevano di non sparare contro i rivoltosi e di lasciare le file e d'andare con loro. Ottenni da parecchi che abbando- nassero i sassi e si ritirassero. In quel punto vidi Fon. Turati Filippo ed un altro che qualora vedessi riconoscerei perfet temente e mi si disse essere l'on. Dino Rondani. L'on. Turati accompagnato da diverse altre persone di civile condizione, mentre io mi affaticavo con ogni mio sforzo a persuadere la calma, non disse mai verbo: solo ad un certo punto, avendo io detto che dopo tutto a Milano non v'era ragione di rivolta neppure per cause economiche, e che tro- vavo pazzesco l'andar a fardi ammazzare senz'artni e senza uno scono lontanamente plausibile, egli mi rispose: e I cada- veri servono a qualche cosa a, aggiungendo un commento di cui non ricordo le testuali parole, ma che rammento benis- simo che racchiudeva questa idea: a servono a porre le pie- tre miliari delle conquiste avvenire del popolo a.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=