La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 16 - 30 aprile 1908

leone 11.1;che egli ha giustamente avversato vivo e combattuto morto, sarebbe capace di sostenere i suoi odii quarantotteschi se l'imperato. re Francesco Giuseppe si ar- rischiasse a manifestare l'i- dea di restituire, la visita al sovrano italiano, mentre si diventa gentiluomo se si tratta dell'imperatore di tutte le Russia e il più vitu perevole regnante dei tem, pi moderni. Per lui il Secolo si mette in tuba, si calza i guanti paglierini, e in- voca l'autorità degli arti- coli di Oddino Morgari , perché il popolo non gli faccia fare brutta figura. Diavolo, mancherebbe! Sia- mo educati e nessuno deve pensare « a violare le leggi sacre.a tutti i popoli civili z. Possiamo, s'intende, chiudere un occhio se le leggi dell'ospitalità sono violate per i profughi russi. Si sa, loro sono rivoltosi che mancano del , senso di adattabilità. Sono ammalati o sentimentali che non sanno rassegnarsi al regime del Knut, del ba- vaglio, dell'esecuzione ca- pitale , del cositechismo , della deportazione e della morte nei sepolcri dei vivi! Da bravi, genti [uomini, bat- tete le mani all' assoluti- smo, allo czarismo, alla forza bruta, al sanguinario che passa! Erompete con grida di felicitazioni, o gen- tiluomini della democrazia italiana; salutate, salutate chi ammazza gli studenti, chi impicca le vergini, chi • punisce e uccide gl'intellettuali, chi ha diviso la nazione di cen- toquaranta milioni In poliziotti e in cu(casts (reietti); é la legge dei popoli eivil che lo esige!

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