La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 15 - 23 aprile 1908

5 prile del 1907. Leggevo e impallidivo. Pare che l'Italia sia nelle mani dei farabutti e dei bricconi. In ogni riga fiutavo il mercato o il traffico, la malafede, la frode. Nessuno voleva chela ditta del Borrelli fosse ammessa agVincanti dell'appalto perchè dietro di lui c'erano persone escluse da tutti gli, appalti governativi. Eb- bene? II Borrelli è stato ammesso per ordine del ministro dei la- vori pubblici. (Prinettfi. Il Borrelli è stato ammesso per «ordine superiore>. Il Borrelli è rimasta la ditta aggiudicataria. E così si sono perduti dei milioni, come proverò nel numero venturo. E per ringraziarlo di avere saputo valersi di tutte le debolezze contrat- tuali e di tutte le deficienze ministeriali per far su milioni su milioni gli si sono dati in appalto tutti gli altri lavori di com- pletamento senza che fossero messi all'incanta come avrebbero voluto la legge e l'abitudine. Perché? Perché così ha voluto il dott. Felice Chiapusso, allora sottosegretario di Stato, che rap- presentava il ministro. Perché cosi ha voluto il ministero. E così sono andati nella tasca dell'impresario altri milioni, Oh ingerenze ministeriali quanto costate ai contribuenti Re_ Mani! • • • La condanna della Giuseppina Fumagalli, al secolo Pasqualina Fumagalli, non m'interessa. M'interessa la Fainagalli nel mondo religioso. Non capisco, non capirò mai come la gente di Dio, la gente che crede in Cristo, la gente che venera le madonne, la gente che ama il prossimo come sè stessa sia poi stahi. capace di aiutare e proteggere e difendere una turpe donnaccia, una lercia megera che faceva un mercato della puerizia, una vecchia lenona che affamava le bimbe dei pitocchi, una svergognata che si_ mulava la madre tenera per carpire il denaro ai gonzi della religione, una simulatrice iniqua che poi andava coi piedi sui- corpicini delle bimbe, che poi sberlottava le creaturine che le servivano di ditta agli asili, che poi lasciava che i piccini im- miserissero e marcissero nel lezzo. Datemi pure dell' asino, o signori e signore della Chiesa. Ma io non so penetrare nel- l' intimità dei vostri pensieri per trovare la spiegazione della vostra indulgenza per una figuraccia postribolare che coltivava nelle case mantenute col nostro denaro i don Miglio e i don Riva. Mi pare una inversione, una colpa, ik delitto permettere che vi- vesse fra voi e si sviluppasse e si slabbrasse un bubbone fetente come la Fumagalli che app'estava l'atmosfera che respiravate. Forse è il Dio dei credenti che m'impedisce di capire le vostre anime. Ma io, al vostro posto, non avrei aspettato nè il processo nè i giurati per sbarazzare gli ambienti cristiani della donna che

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