La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 6 - 20 febbraio 1908

BLOWITZ Che cosa mi ha detto Blowitz Vogliamo colonizzare o continuare il via via! del professore Richieri, o il nè un soldo nè un soldato dell'on. Costa? Questa interrogazione vecchia di parecchi anni che ritorna alla piatta- forma ogni volta è in discussione il Benadir o l'Eritrea, mi ricorda una conversazione della quale era protagonista Blowitz, il famoso corrispondente del Times a Parigi. Gli italiani, ci diceva, sono un po' come i quacqueri. Vorreb- bero colonizzare con la predica o non vorrebbero colonizzare affatto. Pochi dei vo- stri connazionali si arrischiano a mettere il piede fuori della penisola. E' il grosso degli emigranti, sono i pitocchi, i meno evo- luti, coloro che fanno la fame e quelli cer- cati dalla giustizia che vanno all'estero. E' a loro che voi do- vete un po' di scarico umano. L'America latina è cosparsa dei vostri compatriotti. E quasi ,tutti quelli che non sono fannulloni o im- broglioni di profes- sione sono diventati, nel senso economico, dei buoni borghesi, dei proprietarii, de- gli industriali, dei negozianti, degli agri- coltori, degli allevatori di bestiami, degli esportatori, ecc. E' quello che è avvenuto degli irlandesi nell'America del nord. A casa loro era dei pesi sulle istituzioni di beneficenza. In casa degli altri sono uomini utili. E' vero, voi avete ragione. 'Qui siamo sempre fra i popoli civili e voi invece volete il mio pensiero sul come colonizzare un popolo barbaro o semibarbaro o come vincere un popolo di boxers che ha per grido lo sterminio dello straniero. lo sono completamente cogli inglesi. O si va nei paesi altrui con idee determinate o si sta in casa propria. Non si colonizza con la bibbia di Livingtone, ma si fa penetrare la civiltà europea dove non esiste con l'energia di Stanley. I sagrificii umani d'oggi

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