La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 4 - 6 febbraio 1908

I; Febbraio 1908 N. 4 bit NOVA COMMEDIA REO GIORNALE SETTIMANALE Direttore: lE:»24. 01.40 'STA. J,j3Fe A. ABBONAMENTO NEL REGNO - ANNO L. 03 - SEMESTRE L. :3 — U n numero separato Cent. 10 — IN PLATEA -E E Sommario: Dovevo saperlo. — Ecco, se mi avessero detto venti anni fa. — L'accusa più persistente che lo ha perseguitato vivo e morto. — Le ideo vecchie hanno così profonde radici nella compagine italiana. — Loatatu -e il teatro. — In generale i testimoni che depongono all'alta corte di giustizia sono tutti smemorati. — La vergogna sostano può essere epito- inizzata in una paginetta. • Dovevo saperlo. Le grandi ingiustizie uccidono come i grandi dolori. Le vittime intetrano, concentrano la loro esistenza in un pensiero e a poco a poco diventanti nevrastenici. Non c'è più riposo per loro. L' ingiustizia li lavora, li sgre- tola, li tormenta, rende loro insoppórtabile la vita. Così è capitato al povero Serapione di Andria, un debole che non avrebbe mai dovuto mettere i piedi sulla piattaforma del gior- nalismo battagliero. Convinto che l'ex onorevole Spagnoletti non era mai stato avvocato e che i sessanta mesi di prigionia erano una solenne bricconata giudiziaria è morto, consunto dalla propria angoscia. Se volessi fare della sciatteria come ne ha fatto il generale Martelli, congedandosi dagli ufficiali sotto il suo comando, manderei al povero diavolo a tre metri sottoterra il saluto della Comnzedia... Ma e troppo risevole la rettorica casermaiuola che manda i riverenti saluti ai morti per la pa- tria. Non c'è più niente da mandare ai cadaveri. Se c'è qualche cosa da mandare è l'esecrazione ai vivi, a coloro che furono causa della loro morte. 0* Ecco, se mi avessero detto venti anni fa, che il tempo stava preparando anche per « l'amico del popolo » l'apoteosi pubblica, non avrei creduto o avrei riso o dato del pazzo a chi lo pre- diceva. Bisognava essere ignoranti come buoi per non sapere che Gian Paolo Marat è considerato da tutti gli storici ora una

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