La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 4 - 6 febbraio 1908

13 PROFILI E SCORGI CABRIEL NVNTIVS Longo Sofista marrucin, che pensi nella mistica tua Villa del 'uoco? Scopron gli -occhi di falco, oltre gl'incensi della tanta che sai :ente da poco, la mala via già chiusa ai voli immensi che ti iaeque spiccar forse per giuoco? E il mirabile ingegno a umani :ensi mite aggiogando, alla ragion dài loco? O (meridional sangue funesto, che d'Oriente ogni delirio hai )reso e dalfanglico Esteta il vago gesto e dal Nietzsche il cibreo lell'Incompreso) allumini un romanzo, or, sull'Incesto, nella /fila ove piovve il solfo acceso? Con questo, XVIII de' miei boycottati Penultimi, che non Arvero agli analfabeti del tempo sonetti, perchè « stampati ;eguitamente (per dirla alla Francesco Radi) come se fossero prosa, senza far nessun capoverso », io fui, mesi innanzi che comparisse la Città Morta, un pocolino profeta: vaticinai, di fatti, l'immancabile comparsa dell'incesto nel ciclo dell'arte dannunziana. Ed erano trascorsi già sedici anni da quando, sulla Cronaca Bizantina, della quale pur troppo pars magna fui, io salutava nel ricciuto e quasi ignoto poeta diciassettenne il « giovane Bonaparte della letteratura italiana e. Or su quei tempi, ahimè! s'è posato un altro quarto di secolo; propizio allo splendore crescente del nome di lui e alla sempre maggiore oscurità del mio, che nulla merita, come d'uomo che non solo invidia non sa nè mai seppe, ma sol d'entusiasmi pe' migliori di sè fa suo più schietto e ingenuo godimento. Non veleno, dunque, nè odio, nè spregio in queste mie note affrettate, cui cecita e dolori mi tolgono di dar forma più ordi- nata e men disadorna; ma esposizione libera e serena del mio pensiero, che a niuno, per quanto grande, mai non nascosi, mai non nasconderò. Che importa a me se il nonno di Gabriele d'Annunzio si chiamasse o no Rapagnetta ed abbia o no legittimato il figlio suo naturale Francesco Paolo? Sarebbe come pigliarsela con quella buona lana di Lord Bacon perché gli piacque di far passare per autore delle sue tragedie e delle sue commedie l'attore Guglielmo Shakspeare, o con Paolo Valera perché (non impancandosi a Impeccabile) scrive l'inglese molto meglio del- l'Italiano.

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