La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 2 - 23 gennaio 1908

ENRICO ROCHEFORT Conversazione tra il direttore e il redattore capo 'Un giornale come il nostro che vive di vita pub- blica, vale a dire di fatti e di avvenimenti, se non si lascia nutrire di lettere, di comunicazioni, di rive- lazioni, di narrazioni, di tempeste mentali, di con- versazioni letterarie o artistiche, di dietroscena, poli- tici, di intimità che completino le figure sulla scena umana rinuncia alla sua funzione di illustratore e documentatore dell'esistenza comune, mi diceva ieri -l'altro il direttore. — Va bene, gli ho risposto tutto conturbato, ma noi allora spalanchiamo gli usci alla lettera anonima, la lettera che una volta ti inorridiva perché ti pareva una cosa viscida o una mancanza di coraggio dello scrittore o della scrittrice. — Passiamo tutti per i periodi dell'adalescenzapro- fessionale. I miei orrori erano fancitilleschi. Invece di copiare la gente come è la lavoravo con la mia fan- tasia. E così la violentavo, volevo imporle il mio io, sottometterla ai miei pre- - giudizii. Adesso mi pare di essere un'altra persona. A furia di scalcagnare per la prosa balzachiana il mio io cerebrale si è rifatto e ora vedo le cose senza tra- salire, senza lasciarmi con- come un medico vede l'am- vulsionare malato. — Dunque tu metti gli anonimi fra gli ammalati. — Al contrario. Parlavo in generale. Se tu ti volti indietro t'accorgi che l'anonima ha reso i più grandi servigi in ogni parte del mondo. Leggi la « Lanterne » i pensieri,

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