Compagni! - anno II - n. 4 - 16 febbraio 1920

· COllPAGNll .non hanno altre parole sulle Jabbr'a che quc:lle (ii un tempo: i tradizio,nali:sti pei quali ogni abus.o ha forza cli legge perchè si i:, elerniz:alo, che aspirano ad essere guidati dai morti, {:he si sforiario di s·o.ltome!tere · l'avvenir~ e J'ap 7 .passionalo e palpi lan le pr-0grc..sso al ·regno de- gli spiriti e delle fìahe da Yeglia. . Con costoro ci sonq lùtli- i· preti che cer– cano di eccilarYi é di ad<lormenlani ~ pci'chè nulla cnmhi - CQJl la morfina del' lor.o. para– diso. Ci sono. gli an-ocnti ~ economisti,. stò– rici e. che so io! - che si anilupp,mo in frasi teor_ichr, che proclamano l'antagonismo, reci~ proco -delle razze 1rn7ion,?,!i,,,(n:ipr:itre ogni na– zione 11),odernano_nba che uù'unità ge..ografica arbitraria ·nelle linee astrali è' delle sue frimlier'e • ed è p6polafo. •da 1m'di:na1g·ai'ìiaar(,ificiale di razze) ie che, so.spetti •genealogisti, . confczio- . nano-falsi certificati filosofici ccl immaginu,ri ti– toli. di nol:riltù per le amh.iz.ioni di conquistà e di spogliazione. La malattia del/.ospirito umnnò, i:, la vista corta. I sapienii, in mòlti casi, s'ono un genere di ignoranti eh( perdono çli, Yista la semplicità delle cose e ic \pingono cd antie– riscono con formule·:é particoJ:;i.d.. :.\Teì' librl si •mparano- le piccole co,se. ;\;on le grane.li._ e gli frov~:,o gli conferisce delle ragioni,, lutla questa gente rapprnsenJa i ·vostri nemici. • Sono vostri nemici quai,ito S0110. oggi questi soldati tede::ìchi che giacdono qui tra no,i, •e che non son:- àliro- che dei p:overi minchioni odiosarrÌcnle .ingannati· ed abhrùtìli; degli ani-– mal{ doniestid .. :. Sono vostri nemici;, ovunque siano pati , e.conmnq.ue si pron~mci il' lor9 ri.OIDI.', r il· linguaggio-nel q uale CS$Ì dicono menzogna. Quarc1aieli nel cielo e sulla lt.'rra. Guard:;iteli dopper~1L~! . •Hiconosceteli una buona \'0!1:1, e ricor.da– tev.en' .eper sempre. ENfUCO BARBUSSE. Una sola ·.lingua per tutti! Si .pader'à <lu~que 1;ru11una soh: l:ingtra.pcr tutto ilmòn.clot E1i~eo Rédus diccv::i, ~hs le,.;gue;rr,e sono:, pestchè $DUO lei p,a, t.de: ' E clÌe !le patriè ·rsisfono:,. pe>l'Chi- /f'>;- stono 1~, lingue. . Bisognà, du°cquc :a_,bolire. qu.ostii idiomi dti1versi, eh,1, . a.ll] .a, lunga gene,t~:no i c.ann◊ni. La :ne,cess1tà di un:1t Iir:i,gu,,1iì1t-e-rna,zionak, ;;i fa Ed anche qùando lÌice che non nwle fo quindi ogni giorno pÙ1 1~a,nifesta, ta!!Ù:os.i,- sent:e il guerra, queili} genie lù ia di lutto ,per perpe- l~ i.so- gnodi dare ai: pO:poE llll ~nezzo p-ratico, .facile tuarla. Alimentano la vanilù nazionale e l'amo~ e i;v~UÒ P~T inté>ndersi fy VÌCfonda. La sòlnzàòne d~l re 'della supremazia per mezzo •della forza:. J))'Olblimrn, sa:rebbe fac,iil,e con fa,q.ozione ,de,H'E;,pe– ((Solo noi -- 'dicono, ognun·o, dietro la sqa bar-· r'a.nto, la: q1tale ba n~l 1'i:tondo migliiotia-e mi,g1iiùi\, di riera - solo noi siamo i delentori del cotaggio ctiltoxi'; è.he -la inse1gnano, e: s{s:i eh~ iJ'à, incorag,guitn della lealtù, dell'ingegno , del . b uon gu~Io ». arich~, Romah1 RoÌta..n,d, pr{ma, in u,n asrticolo ·cteH:a. Della grandezza e della, ricchrz.za di un ·paese, Rer1u- poldiq_ue internàtitmelle, pàscia· in una._ let– essi f;:i,nnocome una ,malattia cl ivoralricr. Del t-erR a-I cleputa.to Adam: patrìottìs:mo ·- che è· riSJ)etlabile, pnr chP ri- <' E' d'uopo, ottimere che ne,ll:e i,.cuole primari~ di manga nel dominio srnlirn~ntale ed- (1rtislico, tutti .i p:;tesi FEs•pe, rni1.to ycng'a; 1,1fficia:lm;,mte, 11)•Se: rn;gcisamente come j non meno sacri serlimcnli 'g?a~~ ·.~· re-so ò~~~igatorio. _No-rì. -vi:p-1iò ~'.!'?, S~!Il.Zfl, '.dé_l]afamiglia e tklla proYìnéia, - essi fan'.nO. eh C~?, un ra;\rn·_rnam~n!o, rntc':rnl;-mona,~~ seno e du~ un~ concezione ulO.J)ÌSlìca e' non ùlale, S.CJui- rerp·.e: ferclie sia., poss1bde. un.i vera in!esa.. fra, i . • . . . . . • . • •. pOJJoh, e nooess,arw che- e,5s1 poF.san0: pnma;: 111.ten• libr:ila nel rn(lnclo: una spe('Je eh canéro C'bc· der.~i:. C'he·l'-Esper.ailto' rridòiii Jn, r:we,]la, ~ 1'i.1di'toa asiwrb e lutte le forze ,ivr., si prendé. tuHo il qn-eoiti s'.ordòmùti, éia,scuno 'd, èi qn-a.!i, da;' lunghi \e– pos.to ed O\'lprime la ,ila, e. che, contagioso, coli, è c:'.hinso entro: lit mur:'l, g.J.ia del, proprio'. ict-io– m ette capo, ,uoi alle C:rÌ"Ì della guerr·a: vuoi ma 1 >'- alFf.\Saui:rnJ~nto. ed\ rdl'ac:(ìssia cle,lla pacr. ar- Pnrchè non si tratti del. famoso (( i'hJ)f:,l'il.nto d,i:' •mala. E insoriui1à flìa(1ìrano l'adorabilç mcira- H.ind0nbnrg ·,,, _che e,ra. poi 'ht mit;•a,glia. t le: quan!,i delitti hanno, ç:amhjato in ùrLù con ■■!:::::::::::::::::::::::::::;:;::::::::=•• una parola' Chiam:indòli, r.ioi~ nazì.onali. ••- ..._" •• Deformano per:"iino li;1 Y<'riU1. 'Alla • vrrilà ele-rna ~ostiluisrono c-iac:nrno la .propiia YPrità 113,:,,ìcinale. Tànli popoli; allrellante wrilà: H'– rità,ehe si Pscluclono a Yìcenda e falsa110 e con– torcono hl Yerilà .. E tulla que-::ta grnte, • che prr Una ragione o p_e,rl'altra si abbunc1.:r all'antico stato di 'cò::è ibliot caginob'.anco << ·oolonnello· Ro,b'i,ns, t'ui non lo C·l'edete. Jo debbo . (t.,11ettare che· ·mcàu1J11.u gli ('l'C/J'/i pe-r 0011,i;i,ncermi. Voi Jìotretc ·i:eder.e 11c~io11ette straniere pàs'.seg_qiare dà un uavo a1fallro de/.i'a. R11.ss, :a, roi' J)otreJc '.i·erl•ere i .so•1;ietti 11wis-i. Foi. potrete vc d ei'c la R11s8'ia ricacchtw .. nei· bÌtio • cum.'Pra- vrima. Ma. /q. luce cli'e è 1ie1111taf11on ·da, q1i.e.ste /.eilellrc. ha; distn1tto, dorunq11e,, In dem-oc1'0.~ia,. 1~0Ntico. J,Jss/1- noii. l'ha, distrutta e0lpendola, ·nurtèf,ialinPnte. qna {Numiìia•nif;ol(I. se11?pikemente con 11n fascio e/i. luce ·di:e– Mtrice··ilel f11tm·o »,

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