Compagni! - anno I - n. 22 - 16 dicembre 1919

\ COMPAG.Nll ., il commerciò~ dando impulso ai lavori pubblici, intenerivano come agnelli leggendo i titoloni en– facilitando la ripresa delle industrie, e,d invece fatici della stampa· futurista lacrimante di do– condensò in centinia di leggine, di decreti, di lori adriatici; i profossionisti si incàrognivano • regolamenti tutta la propria insipienza politica nella loro dignità di classe, disprezzando i con~ ,e •inettitudine a gov~rnare, creando ogni sorta talli ~on_le i~tìtuzioni proletarie e i groGsi com~ di ostacoli burocratici e formali alla volontà dì merciant1 str1ngeva110impassibilmente il torchio fare che tutti pervase all'indomani dell'armi- ••della loro speculazione. • stizio; avrebbe dovuto immediatamente smobili– tare l'esercito, depennare dal bilancio le grosse prebende di centinaia di generali e di ufficiali superiori eh~.,restavano attaccati alla greppia dell'ammini~azi,on.e, come le ostriche agli sco– gli, ed invece fece la smobilitazione a centellini, esasperando le classi che da sette od otto anni si trovavano in armrie ricattandone la devozione con lo spauracchio di disorrdine nel paese; altra 'menz,ogna di cui il popolo, soldçiti compresi, ha presto compreso l'inanità. E la bancarotta fu· completa. • llltre couse del fallimento Ma la borghesia, sopratutto, avrebbe dovuto affrontare energicamente il problemà finanzia– rio 'de,i debiti di Stato, ·rimettendo allo, Stato 1~edesimo parte dei guadagni disonesti e smi– surati consentiti. dalle forniture milita,ri, e fal– .c_idiandocon .un buon taglio i'isolÙtivo la grossa •pròprietà mobiliare, dal che avrebbe ricavato da péigare debiti ·interni ed esterni; ed invece se ne stette a piagnuoo,lare ipocritamente sullo sbilancio, ritirando premurosamente una timida proposta di tassazione del capitale, alla. prima levata di scudi dei pescicani. Avrebbe dovuto . risolvere il problema alimentare, tagliando le unghie agli accaparratori e ai trustaiuoli della fame,' ed invece lasciò èsplodere un'insurrezione pel' il caro viveri che per pooo ii'on gettò il paese riell'anarchia. Avrebbe dovuto esprop1,iare i la– tifondi, . incrementare la· cooperazi,one, legife.,. rare in materia' di contratti _dilavoro, onde non abband_omire all'arbitrio e alla violenza i· ra,p– po,rti fra produttori e detentori della rìcchezza; ed invece' non seppe fare altro in questa ma– teri_ache rimettere in vigore la reazione giuri– dica sancita nel codice zanardelliano, favorendo il crumiraggio. Quindi si lasciò decidere a,d at– tuàre il principio delle otto ore di lavoro, e a c~mcede1:e ini~liori salari soHanto sotto la pres– swne' m111acc10sa delle masse organizzate, e le par e di avere schiuso le porte della felicità al proletariato e di essere divenuta quasi una sua an~ella; _essa che _tuttavia continuava, coi pi·o– pru lauti guadagni, a conservare e ad allarrrare il margine del proprio be,nessere improduttivo: ed intanto i nuovi ricchi sperperavano in lussi sba!orditivi il danaro, favorendo la •prostitu– z10ne, affollando le bische e i teatri d'operetta: gli studentelli. applaudivano a Fiume ilfÌliana: i ben pensanti, gli intellettuali da caffè sciorrlie– vano inrii all'audaria • letternr1:: (li .4rro.s, ~ sì tbliotecag ·nobianco ' I falliti, e noi Tutto questo mise~;abilemondo decadente si inquadrava nella cornice della « vittoria », e la borghesia nori si preoccùpava d'altro; La vittoria! E la parola - la sonora parola - le bastava. • La massa dei lavoratori ha, col mezz:o•del v?to,, fatto· sommaria giustizia, di questa igno– b~le_bor_ghesia, impr,o,duttiva, ignorante e tra– ditrice. Queste elezioni hanno, ·così, w1a por– tata assai più vasta di ,tutte le altre; esse non costituisconò l'epilogo di una situazione poli– tica, ma il pr9lògo di un profondo rivolgimento sociale. Non è ora ,questa di bizantinismi, di tendenze, di critiche. Tutti, tutti i socialisti de– vono trovarsi. al loro, posto di battaglia! Dimen– ticando i temporanei dissensi formali, dinnanzi all'alba ra.diosa dellà nuova civiltà, col cuore gonfio di. fede, collo spirito acceso di entusia– smo, compresi dt)lla grande responsabilità sto. rica che loro incombe, compagni· di destra e-di sinistra devono suggellare, nella comune e or– goglio~a denominazione di « socialista », il patto di una doverosa cooperazione e di una inflessi. bile fedeltà alla •cé!usadella riv,o.Jtizioneche pre– para l'avvento al poter~ dei lavoratori del brac~ cio e del pensiero. L. P. I. BECCHINI DELLA BORGHES!A· La borglMsi,a sta. trovando dei becchini di <Jll'a,/,itiJ~ Dopo Prezzolini, Rm,i;i,gnac. Scrive U farfaUino colla.~ borato1·0 della 'l'ribuua.: << GU1ardate le ultime elezioni. Scissa, disgrega¼, dis– oolt,1, la borghesia. ha mandato i nomi dei suoi candi– dati alle mne, come i titoli delle ime società di Bor,sa. La ,grida! Il n~~~rcato!L'ignominia! ID sono stati eJ{'fti quelli c:lie hanno avuto più d<:naro da spende<:<e: quelli che nel Parlamento .sia.ranno domani il bersaglio dell<e I>'iù acute freccie socialiste: quelli che per la lo:,,o r-on– rl'izione e la I-oro incapa.cità, ,sai-anno i meno atti a difendere con la parola e con l:'opra il regime: 11u,,Jli, i11soti;ima, che rappresentano ù_on -JJiù !'idèonle : ,':.i, i.;, 1 a classe politica, rr:n la Jo,:'o stessa vauit,'t personale>). Vero· ch'è sempre stato· cosi. E cli e .c,)S-i !'arà scn•prc. .Pcrchè l(L borghesia (R.rstigmic ha ragione) è froi!a. Agire v la conscg,;cnz·a. na.turale. d'un pensa.r fo1·te 0 appassionato. La.,guc l,'o,,::;io11e quando la- fede 1,icn m"7no e solo _a/.lora &a tir,iidità :;i' 1rw.nifest<i irrim.ediab-ile. ' {CARLO ilINI).

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