Compagni! - anno I - n. 14 - 16 agosto 1919

14 COMPAGJYll • rapidamente mosso da -fischio acuto. E' giunta Z,gra di salpar: verso l'ignoto/, t6,• • Un presso all'altro,· siccome indumenti nelle; stiva raggruppati senz' arza, muti, affranti si staccano dalla riva gli emigratori cozzo· sguardo "fissonel vuoto. t7~ • Partiamo, partiamo: pare clze cantino con rab– bioso rantolo i motori, parodiando la canzone dei partenti: Filiamo, filiamo fra acg_uae cielo ,n seno al mistero profondo . . t8. • Qualcun di voi muore d'asfissia nel cammino fatai.e, preso dalla morte orrenda, senza bacio di congiunti. Poi un mo·zzo volgar vi butta giù nell'acqua, in fondo. t9, • 'Avanti, avanti, offesa turba derisa, a cercare la– v.oro e pane in terra straniera; a narrare la tua miseria e la viltà della tua Patria; avanti, avanti/ t!O.- • Ecco sull' ori?.zonte -appare una striscia nera,; ecco la te'rra lontana clte v'accoglierà in grembo. 1!r. • ,Laggiù, v'attende la miniera oscura colla sua morte; laggiù, la dura pietra attende l'automa che la frantumi. Gentaglia, avanti, ana gogna/ ~2 •• - Nel vo'st.roforzato esilio, per molti di voi senza il bacio\ei. figli lontani, lunghe saranno le ore e ricalcheranno sul vostro cuore offeso orme in– cancellabili di sgomento . . t3 . .. La piovra ma~igna• i suoi tentacoli lza disteso sulla_ terra per saziarsi avida collo scarso san– gue della plebf sofferente. ~4. • La patria dell'oppressore è l'oro sonante carpito sui vostri aff{Jnni, e5. • No, non più distendere la man<Jper implorare soccorso; non più paMzre curvi, verso ·il mar– tirio certo e ·la speranza folle! t6. • Se Patria per voi, o_miseri, è il mondo ~ntero; sappiate che dovunque, però, voi siete i reietti e i mdedetti. t7. • E clte non più dispersi e vaganti nello squallore del bene incerto, l'avvenire vi vuole; mà liberi di. scegliervi, finalmente, una sede, una mèta, un "destinoI t8. - 'ì"E così sia. RENATODE' ROSSI Vi sono poeti che si <livertono con la gue1·ra, co1ne vi • tono ciei sadici che si t1·ast11,Uanocoi 111 ostri e coi caàa,- 1,-e r-i. O erta poesia ep·ica ra.ssom i glia a.lla necrofil-ia. .CMAXNORDAV)- biblioecagi obian Ì< Nelio l>, 'non .aitrimenti. specificato, è 1tn lettore e coi- . l<iboratore fedele ài Compagni! Nella. s11 a prosa 1m po' eccenti•ica, m a. tanto si.m,patica e sa.por 'i.ta , egli ha scritto nn nuovo « a ,nnim.ci- 0 l) ·.cli profezia. ·1·i mol1 iziomi-ria. cl-i cwi si<rnw 1-ieti cl· i riprodn rrn l'esoràio ; l'Anmmciatore· al •~nm pmssimo imr~hese E' .terribile la fon.1 della luce: essa è ine istibile come L"l. furza del ma re; e non può di:strugg-ere le te– nebre perchè ba-sta un \m10. 1 raggio 'P<èTillwmirmre un oceano. D.a!J.a notte ç.ella guerm è ·sorta l'alba che ha portruto 1n. }uce, ed ai1cbe i ciechi 0Tn::taihanno ìli•nto le tenebre. Ecco. IAl luce ·è il pensiero nost1'0, conc..ett,onel'l:a grazi.a. della verità. La tenebm .è la nostra mènzogn.._'1. assrn>Jsina. Ascoltatemi. Voi non viorreste ascoltarmi, lo sio; rna vi obbligherò a farlo.· E.J per quan1to in alto stinte (essendo saliti a tanta altezza rnoi;itando sui cadm·eri dei mille e mille caduti), l'annunz.i-0 della yerità che sta per succedere e che vi rxxrto, domineù il vostro silenz.io falL.."' :l.me -:nte sd – gnoso, .paurosamente i'p{){!rita. Le catene parlano an<::he esse; l'abisso Yi dice la sua parola; il paxim<mto di um.1- nità eh.e eaLr,esita,te i.otto i calcagni si m11,o;-e,vi fa. vacillar~ ... Ah, c:he pietil, questa ;-ostra paur;i! Ogni ten– tativo è ,-ano. Non si frerua, ,non si compr1me l'o~,;ino; 110n .si oof.Eo~a l'eruztb•ne fi,a!Jllmeggiante d'u,u vesuvio. Non rinnegate la rivoluzione; rilmeghe.reste il do,lio,re .. TIJssa è davianti, è· intorno a YOi; non volete vederla, ed essa vi soffoche;rìt nella sua marea, Yi travolgerà neJla sua rLscossa.. Troppo si soffre. AYete sorpa.ssato il p.iù grande delitto possibile; avete inferto aJrumanitù 'Le fe– rite più strazianti; nell'ore in cui vi adunnte a rapinarne il botti'llo, ancora la frustate senza misericordia; ~ quelli elle noò. avete potuto uccidere, dissanguate; e c·è di· più: un'abbietta spensieratezza nella vostra crudelti1, un cinLsmo, una. bur1anza schiaffeggiante. Lo strazio degli scWavi vi minaccia e voi ne ridete; c'è nella p.aruta , del vostro trion:l'o· una p-enersità di esibiziione •che dà tutta la. misura della vostra abbiettez:rn. Vi credete ,an– cora forti. Vi .credete riflflttL Sup.ponete, fo-rse, d'esserv] rinforzati ool sangue dei milloni di caduti; d•aver pllll– tella to cogli innumerevoli morti di guerra la vostra acrouia ,in isfacelo. Ed eccovi P<'1.SSa1·c sulle vittime sen7,a. fi~·e, calpestando e· ~big,nanùo, co.n la fieirezm d'un con– quistador antico. La Vittoria vi ha n:cC€-Cati più di quel che era,.'}te cie– chi, i· patimenti non li Yedete perchè è l;ego.1smo vostro che li creai ina come avete accelt;>rata la strad:a alle so1u:do11i fatali de!l' umanitù., avete d:ato due terribili armi alla massa; la coscien:r,a de11a __ sua fo1'7;a, Ja vi– sione dèfinitiva della: vostra incapacità a, delinquere. Ed, ora, ciechi, neppure Vi accorgete d.i p,a•ssa:i-e H segno; di spingere quella foHa, co1la speculazi:o,ne che fate della. sua. mi,seri.a,- agli eccessi che vi travolgeranno. AYete avuto trop,po: volete tutto. Avej:e raggiunto gli estremi limiti, e non vedete che o1tre c·è !'a.bissò. Ci sono de! con.fini, sappiiatelo, anche -per la capacità a deHll(Juere. l\fa voi non ve ne rendete conto. Non lo sapete. Non lo vedete. Siete cieclìi.. C~i, ci~clli, -ciechi! Però, bad'ate: la recità che ìli affligge, e che ha aperto tnnte bare u noi rprolt!lt:riri,,!Sta spin,gendov:i: su11'or!o della vostm'., NELIO l'Annunciatore,

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