Compagni! - anno I - n. 3 - 16 febbraio 1919

COMPAGNI/ 3 ...... a TJondr,a con diramazioni a, Parigi e in lsvi:czera. Le ·nuove id,e,e,diffuse da M.arx <id Engels, a/ttraverr.o varie vicende produss.ero notevo,lissima imprèi si.one ne~l'.a.mbiien.teoper,aio di questa. Leg17, dove vi• e.ra.no elemF;inti notevoli per attività e per ooltura forma– t,asi attraverso .1e discussioni ,e la letbu,r.a dei !ibn e degli opuscoli ~he andavano in g1ro. E siccome M.arx ed Eng els additavano la. nuova via per la quale dove.va .mettersi l'o.pe.raio, per giungere seria ment,e e definitivamente allla sua red,~ion.e, nel lM'i forono ufficialmente invitati ad entrrure 'n,ell,a Lega. M&rx ed Engels opposero dell e difficoltà . e .spe– cialmente quella ch,e essi non si sentiva.no di fa,r parte di un'associazione la qu.afo usa.va nell e sue l'iuni-Oni tutti i metodi dd!Le riunioni a ba.se di co– spir'azioni. I n altri termini a Marx ed a Engels 1·is pugnaya <li entra.re in un'asoociazi:one segreta. Essi volevano la propa.ganda, la p.ropaga.:nda aperta, per organizzare la forza dia opporre alla forza, per av-. vi are finalmen,t:e e i:le;cisamente i,1 proleta.riato" per la sua strada. • • Riconos~vano bensl che ncille ~rcostanze di quei tempi una qualsiasi organizzazio!D.e non p.oteva, es– sere. clie segreta; ma ritene•vano anche che fosse giunto il tempo di forma,re l'organizzazione della classe• che doveva òpp orsi a1La classe borghese e che doveva con essa i.ni: ziare la lotta d.ecis•i w,. Vi furo~o per,ciò dei ne.gozi,atL M.ar:x ed Engels propo.s:e!I'oche la, Lega dovesse ·trasformarsi e da so– cic'k?i. segreta divenire una società di, p,ropa.ganda attit.a. I diri~nti deJla Lega consenhrono non s-O'l o in ques to, ma .anche a che in u.n pubbl,ic.o mani,fes.to fosse.ro esposte come dottJriua della Lega, le idee éli M a.rx e.d Engcls. Perciò venne tenuto a Londra, nello stesso anno 1847 un Congr.ess-o, m~l quale venne deffberato una. nuova orgarui..z.zazi,onedella Lega, per cui si trasformò in un ·potent,e strume.nto di propaganda .. ·Fu presen– ta,to· u.n nuovo Statuto a questo scopo, Statut-0 il quale venne redatto <l'a, Engeh. Venne app.rovato in un ~oondo Congr.esso delila Lega .che si tenne a Londra nei mes.i di novembre e di,e,embre del 1847. Oosì le rilutbanze di Marx ed ·Engels fW'ono de– finitivamente v inte ed essi -entrarono a far parte dell.a. Lega. :L a. qua.le si. trasformò non solo di, fatto, ma anche nel no me poìcbè non si chiamò più La Lega dei Gi'itst·i, 'ma. la Lega d ei Co mun1'sti. E nello stesso tempo venne. da.to a. Marx .ed a Engels l'imcaricio di, compilare il pubblico man,ifesto nel quale ~nisseoo es•poste· le lo ro i.dee e .!e roro teo– ri:e oome d.0itt1rinia fon damenta.le e programma della Lega dei Comunisti. Così M.arx ed Enge.Js redassero il Ma.nif.esto ·dei Comunisti, il quale fu presentato a,l Congresso della Lega. che ebbe luogo a· Londra nel 1848. E'ssò v,enne esaminato e discusso pèr dieci .giorni da operai fran cesi, t,~.d~hi, belgi, inglesi e svizzeri e, finalmente venne a.,pprovato all'unanimità. E fu pubblicato ben presto in. tutte le lingue, in tutti i paesi del mondo. E recò a.i diseredati, agli sfrutta't.i, ai mi...oerabili di tutto il mondo .la. coscienza dc.Ua. lor.o,· forza, forza derivante daJ.Ja. funzione sociale -esercitata da.I Pro– letariato; infuse ad essi la sicurezza incrollabile in un ,a.vveni,re di giustizia e di ugua.g1ianza per tutti, giustizia ,ed uguaglianza che non si potrano rag– giu.ngere ed attuare finchè tutti gl,i sf ruttati non si saranno affrat~Uati, accordati, unit.ii nel mede.simo intento. Il propagandista. bibliotecaginobianco ·L'origine d lla. proprietà ...Ricordiam.o rapidamente come si costitulsca la pro– prietil nel regime attuale. L' econo.n:u.apolitica, .basata sulla scienza, .ammette sen7,a contraddittorio che 11 1..'l.,oroè J.a fonte di ogm ric– chezza. Ne collSlegue •che nessuno ha diritto ad u.na ric – chezza, che non si.a i'l prodotto del suo .iavo ro, m a·n.ua'.le od tntellettunl<e. Lu capacità di pro.duzion7. n.on supero., i JJJiliti cli una e-erta media : il prodotto del lavoro di tutti gli uoml;ni, che dispon gono de gli stessi i.,trumenti, è dunque presso a poco lo stes.so per tutti. In conse– guenza, se ciascuno ricevesse 1 1 pro dotto d,e,l suo l!!lvoro personale, esisterebbe giià una cert:a eguaglianza. di :piro– pr.retà. Al contra.rio, adesso esiste la più gxande disu– gwiglianza. E perchè qu'esto? Voi, operai, che ahltJate in :qna grande città tndu• striale, p,ot!ete J:aicilmente ricercare la causa òi questa disuguaglianza s ocia le. Ciascuno di voi conosce u.n in– dustriale,. li qll.'. l.le é La povero sia riuscl•t o a d iventare rjcco. Prendiruno un esemp.io, flal vero: il ca.so di C., di grande .(Jrticu1ltore di Mei relb€ke. Poco p,rima del 1870, egli arnivò n Gand, povero in canna; potè ottenere in prestito poche centlllilia di 'lire, ed. aUora, poi.chè la grande industri.a non era così sviluppata ed il capitafo c-0siaccu mulato come ad esso, CQnqualche foglio da cento si p oteva intraprende.re qualcosa, mentre oggi non iba– sl:. el· ebbe.ro fogli da ~lle. Ebbe n yento in poppa; dopo la g uer. rn. franco-tedesca ricevette molte ordinazioni, che egl i naturalmente· fece eseguire ><'lagli operai, poichè è noto - e ciò dà maggi.ore rillevo ·aH'esempio - cb.e le condizioni professionali di C.. non .sorp,ass:.,V'anoda,vvcro In ruedi!a. •Sull principio, il C. lavorò con un operaio, , p.oi con due, poi 'flndò sempre aumentandone il nUIDero; ed o ggi il signor C. è miliollll.rio, mentre i suo.i operai .sono S8Dl– pre dei proletari, i quali non posseggon.;, <:.he '1a 'loro m!seriu. Donde proviene quesb differenza? No.u si può spie– garlu certamente con la qooHtèt del ·1avoro, :poichè H ,pro– dotto del lM·dl:'opersonale ùel C. non era che un pro– dotto di qun.1ità media. Egli non ha lavorato megiio ed in ogni caso mn;i tanto, quanto fa. maggior pnrte dei suoi operai. E tutt,uvia è diventato milionaif' >, m,e.ntre essi sono rimasti dei .po-– ,er1 diavoJ.i. Non J potuto .diventare millon.ario grazie al prodotto <l'eil suv lnvoro. ;poichè se nel suo stabilimento il lavoro fosse ~h,to tanto rimunerativo da far diven– tare mi'lionario un semplice operaio, a31or::tla ruagg'.or parte dei suoi operm sail'ebbero diventati milionari. Ed invece sono rmnsti dei proletari! Ecco il nodo della questio11e:· invece di uvere cias-.cuno il prodotto ,totale del proprio lavoro. C. ha avuto òi più e i ~uoi operai. w.,meno. 1 Gli operai di C. doYettero rima– nere dei .proletari, percnè egli potesse diventare milio– nario. E se ogni industriale non diventa un 'miliorui.rio coruè C. è ~ fatto che quunti lo sono; lo devonò alla .stessa lllilnlera: ai lavoro clei loro opera.i. 1i: cosi evi– dente! Il sistema uttwle della produzione :in grande n()lll permette all'lndi\iduo cli produrre e,gl'i stesso con le proprie mani; essa necessita della cooperazione di molti : essa esige Illilcchìne complicate, il cui prezzo non può esser alla .portata di chi disponga s0Jt,1nto del prodotto del· .proprio lavoro. Ne avYicne che tutti coloro i qu,ili non posseggono un cupitale sufficiente - e sotto il re.. f?,i!Ille attuale ness11110 può averne con 11 solo suo lavoro -, devono v;_,nderla loro capacitù d.i produzione ad un terzo. che possiede questo capitale necessario, E quel che questi paga come prez7,0 di acquisto, rappresenta il sola1·io. El con questo ·salarlo egli non compra soltanto il Jm·oro, ma ianche lo stesso lavoratore, il quale non può sep.a-• raTsi dal suo IJavoro ;_,(1 è obbligato a vender;e se stesso insie,me '<'On H suo lavoro. Voi sapete eh<' il comvr·a.tore prctend;:, esscre tJ bPnP– fatl ore di e-o lui che vende: ep:li dà il Jnxoro. dunque iI pane. che altrilll<'ntil queJ,Jo non anebbe, non è vero? Questa la teoria del compratore. In re:altà le cose non procedono i!Jl . t.aJ modo. Se t1 « ~ne.fatt"re >> pazu:sse ai suoi opf'rai n vllno,re 1ntPgralo deHe ricch~ze che essU gli creano, ;;i.l:la ~ dell'anno,

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