Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 4 - giugno 1976

All'ordine dei carismi appartiene anche il miracolo in senso stretto, cioè la produzione di uno straordi– nario mutamento della natura sen– sibile, oggettivamente verificabile. Anche se tutti i carismi sono mira– coli, non sempre lo sono per quanto attiene alla loro verificabilità sensi– bile. Essendo i carismi dati per la preservazione della fede, essi posso– no essere dati anche a uomini non giusti, o almeno non sul cammino della perfezione. Tuttavia essi richiedono una vera fede e hanno tutti la capacità di edi– ficare anche colui che li porta. Il portatore dei carismi non è però li– bero nel loro esercizio: egli non può contrastar li. La fedeltà al carisma spinge •verso la vocazione alla per– fetta carità, ma si tratta di due cose diverse. Il carisma è come un impos– sessamento delle facoltà del singolo da parte dello Spirito Santo che le usa come molteplici strumenti della 14 bibliot v inobianco sua azione. Diverso è dunque il rap– porto che lo spirito umano ha con lo Spirito Santo nel dono e nel carisma. Nel dono si ha una relazione di unio– ne con lo Spirito Santo intima, invi– sibile e spesso insensibile agli altri, a meno che gli altri non abbiano quella disposizione alle cose divine che fa riconoscere Dio ovunque si trova. Chi porta un carisma invece è come posseduto dallo Spirito non nella misteriosa unione intrinseca e sostanziale del dono, ma in un modo come estrinseco e violento. Chi porta un carisma è segnato da Dio innanzi agli occhi degli uomini, ma non è per questo un santo. Per questo S. Paolo (1 Cor. 12, 28-13, 13) esorta ad amare i carismi perché sono per il bene dei fratelli, ma esorta ad amare sopra di essi la Ca– rità che è la loro ragion d'essere. Chi ha la carità è una sola cosa con lo Spirito Santo.

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