Vi saluta la Chiesa che è in Babilonia - n. 2 - aprile 1975

Ma noi siamo sulla terra, nella storia terrena; la cosa è ben diversa. E infatti tutto il Rosario è tipicamente, strettamente legato alla terra e alla storia. Il Rosario è storico. Non solo perché si tratta, come subito si vede, di uno svolgimento storico, lungo i 15 Misteri. Ma anche perché questo svolgimento è accompagnato dalla recita delle Avemarie. Proprio perché noi siamo sulla terra, dobbiamo dire le Avemarie. Esse sono la parte della natura: la pazienza, il dominio sulla carne messa al servizio di Dio, il tempo e la storia. E tornere– mo sul fatto che anche la meccanicità quasi inevitabile di questa recita ha un suo profondo e sacro significato. Osserviamo ora la struttura, la forma tipica della posta del Rosario. Essa è composta da un Pater, 10 Ave, un Gloria. Basta fermarsi un momento a ri– flettere perché risulti evidente il senso di questo svolgimento: si comincia dal Padre, dal creatore, da cui tutto ha inizio; e si finisce nella gloria, nella gloria della Trinità, nel Paradiso quindi, dove il tempo finisce. È appunto la storia di tutto il tempo umano, dalla creazione alla gloria. Fra il Pater e il Gloria ci sono le dieci Avemarie; queste dieci Avemarie sono la storia, sono il tempo, sono la nostra vita. Se vogliamo, esse rappresen– tano insieme la vita di ogni singolo e quella di tutta l'umanità, tutta la storia tra il Padre creatore e la gloria finale. Storico dunque il Rosario nel suo contenuto, in quanto si svolge nei quin– dici misteri, che sono la storia della salvezza; e storico nella forma delle sue poste. Ora questo tempo tra il Pater e il Gloria, che è il tempo, come dicevamo, della nostra vita, datoci per la nostra salvezza, per la nostra santità, questo tempo è interamente sotto la protezione, direi sotto la giurisdizione di Maria. È questo il secondo suggerimento che ci offre la forma del Rosario, subito dopo l'indicazione generale su tutto il senso e il fine della storia umana. Perché infatti il tempo umano è in certo senso rappresentato dalle Ave– marie? perché la nostra vita sulla terra si santifica e raggiunge il suo fine solo con l'aiuto di Maria, nostra madre, e solo in quanto si rispecchia in Lei. Solo rispecchiando Lei noi ci assimiliamo a Cristo, e quindi compiamo il nostro de– stino e siamo pronti a morire. L'Avemaria è proprio la preghiera del cristiano pellegrino, del cristiano sulla terra: « prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte». Noi - tutti gli uomini - siamo peccatori, noi - tutti - ci avviamo alla morte. Tutto questo è in mano alla Madonna. Sia questo pec– cato, che in Lei non esiste, non è mai esistito, e di cui quindi è signora, sia l'ora della nostra morte, a cui Lei sarà presente, come lo fu a quella di Gesù. Ma c'è anche un'altra riflessione da fare su questo tipo di preghiera, di recita che è il Rosario: una recita quasi sempre inevitabilmente un po' mec– canica, come ognuno sa per esperienza. Una preghiera che si può fare anche se tutte le forze non ci soccorrono, anche se si è stanchi ed assonnati, anche se si è deboli e malati. C'è, si potrebbe dire, un meno nel Rosario, una debo- bibliotecaginobianco 15

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