Pro Pace : almanacco illustrato - 1917

ALMANACCOILLUSTRATO 39 RITORNIAMO A KANT! ---o---- UESTO grido, che oggi corre le scuole d'occidente, e aduna attorno a sè tanto numero di studiosi di filosofia,. vorrebb'essere J·icordato a tutti i popoli d'Europa, ed in particolare a quell'uno, che calpesta e violenta col fatto i moniti del suo grande pensatore. Che dice infatti _quel saggio, 'che la Prussia autocratiça non perseguì, non proscrisse, mentre oggi la Prussia nominalmente parlamentare persegue ed incarcera i predicatori della grande idea? « Noi, egli scrive nelle Idee sii una Storia universale, siamo- colti grazie all'arte ed alla scienza, siamo civili fino al sopraccarico d'ogni finitezza ed ornamentazione sociale. Ma .fìnchè gli Stati impiegano tutte le loro forze nelle vane e violente aspirazioni di ingrandimento, non sarà possibile che noi siamo morali 11. E nel Disegno di pace perpetua: « Ad assicurare la pace fra le nazioni, è d'uopo che ciascun popolo sia retto ad istituzioni repubblicane, cioè a forma rappresentativa; che il sovrano non possa dichiarare la guerra senza prima aver consultati i cittadini; che si abroghino i prestiti pubblici, i quali, procacciando allo stato mezzi enormi senza pressione apparente sui sudditi, invogliano alle imprese militari; eh~ si stringa fra tutti i popoli unfoedus paci.fici-im, retto da un diritto civile mondiale». E v'ha ben altro. « Se, egli si chiede, una potenza vici:1a cresce fino ad una gn_tndezza pericolosa (potentia tremenda) e si può supporre che essa - poichè lo può - voglia opprimere, ciò dà alla meno potente diritto di assalire la prima, anche senza una precedente provocazione? » No, risponde categoricamente il filosofo; e la sua precisa risposta è tutta una perentoria condanna della Germania del 1914, che dichiara la guerra per difendersi da una i-emota ininaccia da parte dei presunti avversarì, BibliotecaGino Bianco

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