Almanacco popolare socialista - 1897

Alto, lacero, bruno, scamiciato, Con un erculeo torso Di facchino, di fabbro o di soldato, Egli aperse la porta impallidendo. Era un disoccupato. Disse : Chiedo la.vor, son forte e sano: Il.esisto a la fatica, Ho due braccia di ferro. - Da lontano Vengo:e, son già due mesi, ad ogni porta Batto, pregando invano !... - Chi gli rispose allora, io non rammento: Fu un no secco e reciso. Gli contrasse la faccia uno sgomento Cupo: dal petto uscì rauca la voce Comeun singhiozzo lento. E disse: Per l'amor dei vostri estinti, Non mi lasciate andare. È una cosa tremenda esser respinti, Qnandosi ha fame. - Oh,per pietà, nel nome Dei vostri cari estinti !... - E disse ancora: Se credete in Dio, Non mi lasciate andare. Sacro diritto a la fatica ho anch'io: È una bestemmia abbandonar chi cade, Quando si crede in Dio !..• - Chi gli rispose allora, io non rammento: Fu un no, timido e fioco. Parve eh' ei barcollasse in (Juel momento Poi partì. senza un motto, .. capo chino, 'l'rascinandosi a stento. Affascinata, io lo seguii col guardo; E allontanarsi il vidi Lungo la via sassosa, a passo tardo. Su la testa il colpìa del Sol di giugno L' arr ventato dardo. Sparì - ma, come in sogno, il di~pt:rato Corso seguir lo vidi, lnutil forza, braccio dispregiato: E avanti, avanti, sudicio, ramingo, Ft:bbril, dilan"iato, Per città, per villaggi, per cascine, Mendicante superbo, Mos\rando invan le stimmate e le spine Di smt miseria !... e poi cadere, àffran to, Invocando la fine!... E, curvo il capo, smorta di dolore, Mormorando: perdono, - Sentii di tutti i secoli l'errore E il rimorso del mondo e la vergogna Pesar sovra il mio cuore. ADA NEGRI. {Da 'l'empeste, ]'.Ili Treves editori, ]\fifa.no). ~---_____:~~====lll.k.:...___;~:::.....:::.=.11

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