L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946

196 IN cons1vo carta come le gr.ide del buon Ferrer di manzoniana memoria. Comprendiamo per– ché, esistendo ad esempio· un monopolio dei tabacchi, ad ogni canto di strada si vendano tabacchi di Stato, veri o falsi che siano, e lo Stato lasci correre. Perché, essendosi seguiti due o tre o quattro decreti vietanti la vendita dei pa– sticcini di fio'; di farina, i pasticcini siano in _vendita liberÙsima e ostentatis-sima senza che un agente dell'ordine ricordi che sarebbe suo preciso dov;re di seque– strarli. Il venditore, è. vero, lo assicurerebbe che sono di farina d'ossa o di qual– che altrO surrogato. del genere ; ma forse ( diciamo forse) il magistrato troverebbe pure un merceologo capace di rivelargli la verità, che possa essere presa a fon– rlamento di una regolare conda7½na.Comprendiamo perché ci si impegoli in una ipocrita regolamentazione del giuoco d'azzardo, e le bische fioriscano per ogni dove. Qu,esta legislazione ~he resta sulla ·carta è il ' bis'ognerebbe fare ; del go– verno ; e, invero, perché proprio lui dovrebbe ,costituire un'eccezione rispètto agli. Italiani tutti, di cui è- il sicuro rappresentante? . Il discorso non è, come si potrebbe pensare, scherzoso ; esso investe una pa– lese deficienza del carattere nazionale, che sta · al di là della demolizione morale· e spirituale determinata dal fascismo, e che anzi si rivela causa non secondaria del fascism~ medesimo. Questa retorica· esalazione di intenzioni che rimangono tali; questa.fiacca volontà sta alla base di quel conformismo, da un canto, ·di quella ten– denza alla rinunzia accomodante, dall'altro, che han dato partita vinta al fascismo impersonato nel cialtronesco suo duce, cosi. c_omehan generato il diseducatore ri– formismo giolittian.o. Ìl q_ualeha saputo-dare al paese un certo ordinato progresso, ma non nuova e piu salda tempra politica. Si vede un'esigenza e se ne parla. senza convinzione, cosi tanto per dire, ,n!i, non si muove seriamente un ditq per soddisfarla. Si rivendica un diritto, ma poi si transige con chi lo viola, perché il difenderlo costa fatica e ~isagio. Si vorrebbe la libertà, ma il primo avven– turiero che la min,accia ha pr{!sto ragione, perché resistergli è scomodo. Fiacca volontà, ripetiamo, che ancora minaccia oggi le sorti della nazione– sotto il travestimento. del realismo politìco, della cautela,, d~lla sperimentata sag~ gezza. È questa fiacca volontà che si esprim'e. oggi ~ e_ tan,io piu doldro;amente diseducatrice - nell'equivoca parqla che al popolo italiano viene rivolta da uo– mini i quali pel loropassato - purificato •da. una tragica esperienza - dovrebb'ero essere le sue guide sicure nel momento forse pi.u.delicaio della sua vita po{itica. contemporanea. Maestri invece di abilità politica, di - opportunistiche combina– zioni, dièorw : bisogna risolvere il problem~ istituzionale, _;,ianon aggiungono il. com_e,deuato da un'intima matur~ta .c~nvinzione, da un· giudizio chiaro di tutta, una situazione stori_ca. Il problema anche per essi_ è oggetto di discorso, non si' traduce in termini di· una ferma volontà. E cosi vagamente parlandone, senza impegno sincero, si aspetta· che la I repubblica si instauri o la ~onarchia si rafforzi quasi pe~ inerzia .. Interessata iner~ia forse di chi brama che ogni porta gli rimanga aperta, e in questo solo vede un problema crucìale. Ma in questa abilità è .un veleno che rischia di attossicare sin dall'inizio la rinascita della nazione. ' RICCARDO BAUER .,. BibliotecaGino Bianco

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