L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946

.. i- IN CORSIVO QUEL CHE BiSOGNEREBBE FARE. Se ciascuno registrasse paziente tutti i motivi di conversazione che gli è capitato di sen'tir svolgere . nel giro d' una 'giornata, potremmo senza difficoltà documentare_ un fenomeno· caratteristico. Quei motivi sì riduco.nÒ _ i;;, gran parte sotto un' unica formula : quella · del ' bisogne-. . rebbe fare '. Non v'è italiano contemporaneo che apra la_bocca se non per dire: • bisognerebbe fare'. Questo, 'quest'altro, quello bisognerebbe fare. Ma invano ci si aspetterebbe di sentir completata· la frase da un_ • fare cosi e cosi ', da una pre– cisa indicazÌ<lne dei mezzi, dei modi, dei concre_ti limiti di quel fare auspicato, che riveli una approfondi_ta matuwzione tecnica. del problema posto con l'enun' ciata esigenza, che ci conforti d'esser di fronte a gente la' quale sa ciò che vuole dagli altri e da sé '<d è perciò in grado. di agire perché sia fatto realmente. No, tutto e sempre ~irriàne nel vago di una generica aspirazione. Ed ha questo preciso significato : io non faccio nulla ; voi dovreste fare. Se non fate; io vi" ho avvertiti, l'-anima me la sono salvata elargendp al paese il mio pre– zioso consiglio. J1esteranno le cose al punto di prima? Pazie_nza, rivendicherò il mio diritto al malcontento .e a_lmJJ.gugno(questa si, la grande, suprema felicità). Il ' voi ' del ' dovete fare ',- naturalmente, è il governo, il municipio, il partito, la collettività, gli altri. Nessuno dice • dòbbiamo fare' o • debbo fare', ma.' si dovrebbe fare ', e in questo · condizionale è espressa la deficiente f~rza della persuasione intima e della _ volonÙì di chi tiene piu a parlare di una cosa che a realizzarla o· a vederla realizzata. _ Troppi in Italia ·mostrano di credere che ·parlare di un·a cosa equivalga a farla. E ciò è ta,nto pia evidente proprio_là donde dovrebbe partire l'impulso piu concretamente costr-uttivo e ricostruttivo del paese ; dove ili infiniti • si dovrebbe fare ', che salgono come un coro eterno da ogni parte del territorio nazionale, dovrebber~ coagularsi in fatti e disposizi~ni: a Roma. Ahi noi, che restiamo sempre confitti all'uso_ co11dizionale ; perché davvero, pare che tutte le forze del paese- siano come pàralizzate e ben scarsamente efficienti. · E allora comprendiamo p_er~héla ricostmzione del paese proceda a rilento, le infinite miserie n_on trovino adeguato è' volent~roso rimedio ; perché la pub– blica autorità ordini. e rnan'di, ed. ordirii e decreti e disposizioni restino sulla

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