L’Acropoli - anno II - n. 13 - gennaio 1946

·RASSE&NE 45 desiderio di vita nuqva, d'aver dinanzi una pagina pulita su cui incominciare a scrivere la nuova storia, la repugnanza ad ogni gretta restaurazione in pristi- num, a cui si rivolgono trop,Pi spiriti stanchi. · \ ' E la debolezza e la demoralizzazione politica della terza repubblica, nel corso degli ultimi anni della sua esistenza, han provocato tanto scoraggiamento e di– sgusto, che la paura di vederli ricomparire ha potuto essere impiegata per fiac– care la determinazione dei Francesi impegnati nell'opera di liberazione. Certa– mente solo i· profittatori del regime nazista, i traditori, i.cqllaboratori convinti han potuto preferire la schiavitu permanente della Francia al regime impotente che noi abbiamo conosciuto. Sotto questo regime, i-n cui grandi cose sussistevano, e in cui grandi cose si sono compiute, er-' ancora possibile dar da mangiare ai figli pur che si avesse un po' di denaro: non v'erano fucilazioni d'ostaggi, la pop6lazione non era espropriata a· profitto dello straniero, non v' era terro– rismo organizzato, le forze della Vtrità conservavano la loro possibi.lità d'espres– sione, la sovranità della .menzogna non era assoluta. E tuttavia l'idea· che le ,. sofferenze presenti e gli sforzi giganteschi che si devono compiere possano por– tare alla semplice restaurazione d'un sistema politico corrotto, questa idea è insopportabile ad ognuno di poi'. 'Sicché ttha tale idea non deve sfiorare i nostri spiriti. Qanti l'agitano sono agenti del nemico, coscienti O no. lo oso scriverlo con tutte le forze della mia convinzione: di, tutte le fantasie che possono visitare i nostri sogni o i nostri incubi, non ve n'è alcuna che sia piu incontestabilmente esclusa di un ristabi– limento puro e semplice della terza repubblica! ' Certamente a questo desiderio di novità ·si può opporre che non gli astratti istituti ma gli spiriti. adeguati agli istituti han fatto difetto, che non· è giusto constderare causalisticamente la storia, per cui, date cerie cause, si avranno gli stessi effetti. Ma, in sede politica, è pur necessario che uno sforzo di rinno\ta– zione crei forme nuove, e sopra tutto allontani gli uomini del passato, che non sanno operare fuori della vecchia routine, e attiri 'animi e interessi in una grande opera comune. Perciò il Simon esprime decisamente il suo punto di vista : ' La cr~azione di una .Francia migliore- domanda da parte nostra qualità ecc·ezionali di fermezza, di concatenazione nelle idee, di coerenza, di tensione. La Francia migliore sarà creata da uomini lanciati verso il loro scopo come un proiettile di cannone. _Tutto ciò che significa pensiero riposto, esitazione, ripresa, divi– sione, rischia di colpire a morte lo sforzo creatore che deve assicurare vita· nuova alla Francia'. Del resto, pur con questa risolutezza il Simo'i1 è molto accorto e ponde– rato. Non ha infatuazioni ingeriue circa le forme della democrazia, ne conosce gli inconvenienti e i rischi, ma respi~ge le facili irrisioni del suffragio univer– .sale che dal. Taine erano discese al Péguy che definiva il suffragio forrnalité derisoire. 'È occorsa l'esperienza delle dittature per insegnarci il pregio di questa formalità derisoria: deporre le proprie schede nell' urna. Oggi come ai tempi eroici rievocati dal Péguy, per tutta l'Europa asservita vi sono uomini pronti a morire, popoli interi decisi a lottare e a soffrire per tale formalità· che ·non pare piu derisoria ... Le dittature non sopprimono affatto gl' imbecilli e i de– linquenti. Esse han meglio da fare che farli votare : li elevano ai più alti posti, senza avere il fastidio di subir le prove delle consultazioni popolari'.

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