L’Acropoli - anno II - n. 13 - gennaio 1946

34 • VITTORIO ENZO ALFIERI ,che in certi periodi _sembrava dover durare eterno senza uno spi• raglio, di luce consolatrice ! Dopo il 1936, quando fascismo e nazi• ,sÌno_parevano tenere tutta l'Europa in ~scacco, c'era chi si augurava solt'anto la morte,: ' Una guerra, andarci con mio figlio e pòi mo• .. rirci ', mi diceva un amico socialista che dall'altra guerra, lui paci, fista e amico di Rolland, era tornato con· una meda:glja d' argent9. " . Una immensa solitudine spirituale ci teneva amareggiati e delusi ; e perciò apparivamo grigi, tetri e noiosi ai brillanti giovani del tipo Antonio Bianch~. Finito il periodo indimenticabile della resistenza, passato. il momento dei primi entusiasmi e delle fraternizzazioni un po' troppo promiscue, allontanatisi alquanto i campioni del ' doppio gioco ', noi ,ci sentiamo t~lvolta, nei momenti di pi6. acuto pessi• mismo, come dei superstiti ; per dirla con Tacito, non modo aliorum sed etiam nostri superstites sumus. Anche la ripresa della lotta politica, malgrado il sussistere degli accordi che legano ancora i partiti del C. L. N., ci ha allontanati da altri nostri compagni di lotta. Ci siamo differenziati, ci siamo divisi : ljberali, cattolici, socialisti,. azionisti, repubblicani e via dicendo. Ma '\ ogni qualvolta la voce dellà reazione si fa sentire minacciosa, ci sen• tiamo intimamente legati dalla fraternità di ieri : e questa fedeltà è ~ l'antifascismo .che non è morto e che non muore. L'antifascismo vero non ha mai fatto proprio il motto fascista : 'chi non è co,n n'oi :è c~ntro di noi'. Vogliamo orggipi6. che mai la concordia e l' Ùnità nazionale, l' affratel.lamento di tutti gli Italiani. Ma nòn ci, si venga a raccontare che essere fascisti eia_necessario , e che non si può, attraversare una palude senza infangarsi. Perché piu d'uno, che non fu toccato dal fango, ha attraversato la palude. VITTORIO ENzo ALrrn1;u BibliotecaGino Biqnco I

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