L’Acropoli - anno II - n. 13 - gennaio 1946

16 MARIO BRACCI al suo. effettivo peso politico nel' paese. Questo squilibrio e questa modesta forza numerica non sono, tutto sommato,• uno svantaggio. \ In una nazione come l'Italia, in regime di sconfitta, le posizioni politiche' ufficiali giovano piu per averle tenute nel periodo dell'in– surrezione che conservate dopo ir,i virtu di laboriosi compromessi. Soltanto una minoranza che guardi lontano e che non /abbia impe• dimenti di interes~i c 1 ontingenti di massa può agire libernmente per la creazione di una vera democrazia : le masse si conquistano al momento giusto, avendol~ prec_edute e poi fronteggiand9le, non cor– rendo, affannati, dietro il loro disordinato vagare., ~nvece il partito si compiace di una politica ' difensiva ' : vuole conservare le proprie posizioni ufficiali e 'si• vale a questo scopo dell'abilità tattica di sin– goli uomini, difende formu~e .superate e fa gran conto di ministri e di dicasteri, accumulando un peso ,di responsabilità politiche che non trova compenso neVa compattezza di una massa mantenuta unita dalla tutela dei suoi immediati interessi. E, al solito, la polemica cannibal~sca sfrutta queati aspetti negativi- della nostra azione poli– tica, getta il discrl'ldito_ sugli uomini e sul movimento e -avvantaggia '· le opposte tendenze. ' ... Tutto çiò non ·altera tuttavia le possibilità storiche del movimento azionista che si _identifica con la democrazia italiana o quanto meno con la sua piu pura iniziativa : invita soltanto a riflettere sui mezzi e sulle forme dell'azione politica piu adeguati al fine. MARIO BRACCI BibliotecaGino Bianco

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