L’Acropoli - anno II - n. 13 - gennaio 1946

LA DISTRUZIONE DELLE CLASSI MEDIE 11 tnc11 se all'esplosione delle guerre non si vuoi_far seguire esplosioni di conflitti sociali; è interesse di tutti, dello stato e dei partiti, sal- vare le funzion'i mediatrici e integratrici della- classe media. ' Pur -troppo nei governi che· si susseguono non si arriva ad im– postare nessun problema nei suoi veri termini. L' incàpacità dello stato a rist:tbilire i suoi introiti, a- rencl.ere redditizi 'i suoi mono– poli, a colpire fiscalmente le nuove ricchezze, si ripercuote sulla vita dell'uomo medio. Da tre anni i dipendenti statali so90 sempre sa– crificati nei confronti degli operai e degli imprenditori, sono inchio– dati a stipendi di fame, sono esposti a tutte le tentazioni che possono corrompere giudici, funzionari, uomini di coscienza e uomini di pen– siero. La decadenza del loro prestigio rende sempre piu incuranti i molti sulla funzione che viene trascurata, sull'organo che si fa a– trofico. La bancarotta dell'inflazione sarebbe il colpo mortale. Tale errore sarebbe scontato da dolori infiniti, e da lunghe ge-. nerazioni ,stent~te e guaste. Il problema è. nazionale, e - benché de– signato correntemente con un termine classistico - è superiore alle classi. Le funzioni ideali della cultura e della tradizione del pensiero vanno alimentate. Bisogna rianimare e rinsaldare la classe media, purificarla si, ma non colpirne_ la radice. Guai a distruggere le fun– zioni spontanee ed organiche di qualunque convivenza umana. Si arriverà a trovare ascolto? ADOLFO 0MODEO

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