L’Acropoli - anno I - n. 3-4 - marzo-aprile 1945

IL PRETESO CAPITALISMODI STATO NELL'UNIONE SOVIETICA Da circa un ventennio accade di leggere, anche in scritti di aut~ri apprezzatissimi, che il regime economico i!1,stauratoin Russia, ,dopo il periodo del cosidetto comunismo di guerra !:l ~opo quello della Nuova politica economica, non è un vero_ comuni~mo, ma un " capitalismo di stato '. Anche in queste ultime settimane, in un ar– ticolo del dèputato inglese Stephen King-Hall pubblicato da La Nuova .Europa ( 1. aprile I 945 ), pur fra molte osservazioni acute e interessanti, ·si ripete che in Russia il comunismo, in cui cred'evano Lenin e Trotsky, è morto e sepolto ; che ' oggi la Russia .è~una società che !i regge sul 'capitalismo di stato ', ò meglio, è uno stato monopo– listico. Ma, nonostante il rispetto che dobbiamo a questo come a tanti .altri scritt~ri che lo hànno preceduto, non riuscia~o a persuader~i ,che quel giudizio, tanto spesso ripetuto, abbia qualche significato, o ,che, comunque, esso designi un regime .diverso dal comuni~mo. Il concetto ·di capitalismo o di economia capitalistica, respinto dalla maggioranza degli economisti, ma entrato ormai nell' uso co– mune per· la larga suggestione esercitata dall'opera di Marx, è stretta– mente legato a quello dell'economia individualistica, di una economia cioè in cui la molla all' azione è data esclusivamente dal desiderio -del guadagno, della conquista della ricchezza individuale. Perciò ,quando si parla di un capitalismo di stato ci sembra che si cadà in una contrad9,izione in termini, perché una ecoliomia in cui lo stato è proprietario. di tutti i mezzi ·di produzione, controlla; dirige '\ Biblioteca· Gino Bianco ,

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