Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

Si tratta ora di "far emergere da queste lotte, per il crescere della coscienza di classe, valori nuovi, soprattutto valori ampiamente partecipanti", compiere delle scelte strategiche e tattiche "maturate collettivamente e quindi scoprire nel concreto dell'azione un rapporto nuovo tra quadri e base, un rapporto sempre in discussione, di continua verifica": si tratta ancora di coinvolgere in questo discorso tutta la sinistra tradizionale con l'obiettivo di una sua ristrutturazione. E' un disegno grosso, stimolante, in.cui, naturalmente, è facile correre il rischio di slittare nell'utopia, esagerando le possibilità di una associazione che deve superare i limiti verticistici che ancora la caratterizzano, malgrado la pretesa e la volontà di essere uno stimolo per un autentico movimento popolare. Sia nel dibattito, sia nella presentazione dei risultati dei lavori di gruppo, illustrati da Emanuele Ranci Ortigosa ("crisi e prospettive della sinistra"), da Francesco Indovina ("strategia della contestazione sociale") e Gastone Sciavi ("sindacato e lotte operaie") queste difficoltà non sono state nascoste; anzi sono emerse in tutta la loro chiarezza. E un dato positivo di questo convegno è stato soprattutto quello dell'analisi della realtà sociale e politica, delle forze che vi si dibattono, delle chiusure che esistono tra società civile e sovrastrutture, dei rischi e dei pericoli che incombono sul paese (tra cui quelli di una involuzione e di un assalto delle forze conservatrici). Nel dibattito è emerso un altro dato assai importante: un esame di coscienza da parte di tutte le forze organizzate che sono entrate in rapporto cori l'ACPOL: aclisti, sindacalisti, sinistra cattolica e democristiana (il ministro Donat Cattin ha inviato a Labor un telegramma in cui manifesta la sua approvazione al programma dell'associazione), sinistre socialiste e, in misura più limitata, comunisti. Per questi ultimi, dopo il discorso di sabato dell'esponente della minoranza di sinistra Lucio Magri, ha parlato I ngrao in un intervento non privo di accenni critici verso il moviménto comunista internazionale e anche italiano: I ngrao ha proposto alcuni punti di incontro su situazioni concrete per tutta la sinistra, ma ha mostrato una certa fretta nel definire gli ambiti di autonomia delle singole forze partitiche, nell'affrontare il problema del pluralismo sociale e politico. Lo stesso invito a "lavorare su costruzioni concrete" è stato rivolto dal psiuppino Ceravolo. Dal canto loro i rappresentanti delle sinistre democristiane (tra cui Luciano Benadusi) e socialiste, pur non riproponendo facili pregiudiziali verso il PCI, hanno preferito sviluppare un discorso più generale: rivolto al la ristrutturazione di tutte le forze di sinistr'a e alla ricerca di strumenti nuovi (si è sentito parlare spesso di un partito rivoluzionario: ma Fontana, segretario nazionale dell'ACPOL, ha precisato che non sono maturi i tempi per una soluzione di tipo rivoluzionario). Sarebbe tuttavia un errore oggi voler chiedere alle sinistre comuniste e psiuppine di rinunciare ·alle loro strategie a breve termine, alle sinistre democristiane e socialiste di rinunciare al Joro ruolo.· nterno agii schieramenti di maggioranza parlamentare. Né le proposte di dialogo offerte d 9 11'ACPOL pongono pregiudiziali di tale natura. E' già un passo avanti se queste forze hanno accettato di dibattere insieme il tema, come ha dètto Ranci Ortigosa, di una migliore identificazione della sinistra e della strategia della sua unificazione, non solo in rapporto ad obiettivi a lungo termine, ma anche a scadenze poi itiche ravvi ci nate in cui verificheranno la loro reale col locazione, la loro volontà di rifiutare ogni prospettiva di cor.wergenza cdn le forrz @odera e, per battere invece la via del la alternativa di classe. Ma Labor, pur riconoscendo ai partiti la capacità di svolgere un ruolo nuovo nella società, non ha mancato di rilevare nella sua relazione che "sono oggi luoghi privilegiati di democrazia quei livelli, quegli ambienti, quelle lotte che immediatamente consentono la realizzazione della ristrutturazione del la sinistra e della sperimentazione di forme nuove di azione e direzione politica, i due processi che condizionano la "riapprovazione del la poi itica" da parte del le masse. L'ACPOL vuole essere uno di questi "luoghi privilegiati"? Non è forse un progetto troppo ambizioso? Un giudizio per ora ci sembra prematuro. Pino Di Salvo (30 Settembre 1969) mondo nuovo IL CONVEGNO DELL'ACPOL Il CONVEGNO dell'ACPOL tenutosi a Milano nei giorni scorsi ha segnato una tappa molto importante del processo unitario in atto tra le forze del la sinistra italiana. Ne dà conferma l'ostentata minimizzazione della stampa cosiddetta d'informazione. A Milano si sono incontrate grazie al la iniziativa del I'ACPOL rappresentanze dei partiti operai (PCI - PSIUP) forze del movimento di base (studenti in particolar modo) e rappresentanze politiche di provenienza cattolica (ACLI · sinistra DC) e di provenienza socialista (sinistra lombardiana del PSI). 11successo segnato fin dall'inizio con la presenza massiccia di energie giovanili e con forze rappresentative di così ampio arco politico è Ltn risultato che corrisponde puntualmente al grande interesse che rivestivano- i temi centrali del Convegno, "Contestazione sociale e movimento operaio", "Sinistra italiana e tendenze del capitalismo italiano". Temi sviluppati rispettivamente da Livio Labor e da Riccçrdo Lombardi. I lavori del Convegno si sono articolati nel dibattito sulle due relazioni centrali e in un lavoro di tre Commissioni orientate su tre temi particolari: "I conti itti sociali e lotte in corso" rivolti ormai ad individuare e aggredire i nodi strutturali (fabbrica, scuola, quartiere e comunità locali) che configurano il sistema istituzionale come "una macchif'1a per la conservazione"; "Le forze sociaIi e poi itiche" su cui contare per una "strategia del cambiamento"; "I t ruolo del sindacato" particolarmente in rapporto ai ·suoi legami con la classe operaia, alla lotta per l'unità sindacale, per il rinnovamento delle strutture sindacali come momenti politici importanti di "una nuova strategia .per il rafforzamento del movimento operaio". Questa breve cronaca informativa non· ci consente di entrare nel dettaglio dei singoli interventi che hanno tutti riflettuto il grande dato oggettivo di una realtà di base estremamente viva e ricca di potenziale sviluppo per la costruzione di un'alternativa politica rivoluzionaria. Per altro il giudizio che noi possiamo dare di questo Convegno che costituiva la prima· grossa iniziativa cultur;:ile politica dell' ACPOL non può mai essere 33

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