Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

Bi IL PARERE DI UN SACERDOTE Con l'affermazione della linea Labor, inizia per le A.C.L.I il futuro. Una svolta storica che registra. il superamento degli steccati e realizza un modo di essere del pluralismo che la dottrina sociale cristiana ha sempre proclamato a parole, smentendola talvolta però nella prassi della dottrina della "unità poi itica". · Tre infatti sono gli elementi che caratterizzano la scelta Labor, proposta all'XI Congresso delle A.C.L.I. a Torino: ■ un deciso impegno del movimento aclista nella società, come componente cristianamente ispirata del movimento operaio. ■ una piena affermazione della autonomia che si realizza attraverso la fine del "collateralismo" fra A.C.L.I. da una parte e D.C. e CISL dall'altra. ■ l'affermazione del voto libero dell'aclista. Dunque si prospetta decisamente una nuova forma di associazionismo culturale politico che ha già. il suo atto di nascita, ma che attende la sua definizione rieIle cose: I' ACPO L. Detto chiaro che questa nuova proposta non significa apertura incondizionata al P.C.I. o alla creazione di un nuovo partito cattolico, si tende piuttosto a far convergere .e coagulare tra loro forze che vanno dai gruppi spontanei a raggruppamenti di sinistra oggi ancora ins.eriti nei movimenti tradizionali; cosi è vero anche che quarora le proposte fossero accolte da organi responsabili del movimento, le A.C.L.I. e i suoi dirigenti diventerebbero il'.cèntro propulsore di una complessa iniziativa politico partitica. E' facile intuire allora che veramente si tratta di una visione pdtitica delle cose, caratterizzata dalla volontà di incontro con le altre forze sociali nuove, sulla base di alcuni valori essenziali per una "società nuova in cui possa trovare posto centrale, l'uomo e non il sistema economico". Questa situazione di profonda solid~rietà del movimento aclista con le reali e attuali esigenze, nasconde anche una complessa problematica circa la natura e le finalità delle A.C. L. I.: come concepire i rapporti con la gerarchia, come salvare l'aspetto culturale formativo cristiano, quale responsabilità attribuire a colui che concretamente opera delle scelte in seno al movimento, ecé. Senza entrare nel vivo di tali questioni, -ci sembr&- di poter dire, come traccia di discussione, che le A.C.L.I. sono un tipifo impasto di ragioni religiose e politiche.· C'era sì l'esigenza di preservare e promuovere la formazione cristiana nei quadri della società, ma c'era anche chiaramente una sottintesa inespressa "cinghia di trasmissione" con sistemi e le strutture vigenti. Dunque la stelta della "I iberai izzazione" deve esigere anche· il pieno rispetto delle scelte autonome del campo politico sociale da parte della Autorità religiosa; cose queste peraltro affermate da mons. Pagani e dal card. Pellegrino,f Il dramma del ritardo con cui i cristiani sono giunti a prendere coscienza dei problemi nuovi della storia e a portare il loro contributo alla soluzi\me di essi non dovrebbe più ripetersi così che ben vale la pena di correre qualche rischio. Don Giancarlo Banfi . lioteca Gino Bianco Via Candiani 1 O Un lavoratore cattolico della "C. Erba" POTERE AGLI SFRUTTATI Per poter espr:_imere una valutazione politica sull' A.C.Pol. occorre rifarsi al primo convegno organizzato dal lo stesso. Da esso è emersa la convergente volontà dei partecipanti di caratterizzare l'Associazione come strumento di sol lecitazione, di azione di base operante per il conseguimento della ristrutturazione delle sinistre, condizione necessaria per realizzare un processo di trasformazione nella società e di superamento del sistema neo - capitalistico, in una prospettiva democratica e socia Iista. Esiste però un grosso pericolo, presente nel la maggior parte delle forme associative, quello di integrarsi poco o tanto nel la logica del sistema. Fino a questo momento n0n si intravvede nell' A.C.Pol. una chiara presa di posizione a favore della classe degli sfruttati. Questa scelta deve concretizzarsi non nella difesa degli interessi degli stessi, bensì nella lotta comune per il potere. Effe Emme REALTA' POLITICHE NUOVE Da tempo in Italia è in crisi il principio dell'interclassismo che la Democrazia Cristiana si è attribuito per parecchi anni e continua ad attribuirsi per la voce di gran parte dei suoi esponenti. Si ipotizzano ( in un prossimo futuro) due o tre partiti che-si. diversifichino per l'ideologia politica, cioè per il m.etodo, non per l'ideologia globale. In ciascuno di questi due o tre pa~titi potrebbero al Iora col labor are fra loro persone con ideologie globali diverse. In che si differenzierebbe ad esempio un marxista da un cristiano appartenenti ad un medesimo partito? Innanzitutto essi non sarebbero presenti nella realtà politica come marxista e come cristiano - si pensa a partiti aconfessionali _:. e quanto al differen- .. · ziarsi questo sarà solo sul significato finale di quelle stessecose che stanno facendo assieme potendo essered'accordo sul piano dell'ideologia politica, cioè sul metodo storico di costruire il mondo. Non si può 'temere quindi la crisi attuale dei partiti se ci si prepara a questa nuova realtà. A breve distanza di tempo non credo che u·n secondo partito cattolico possa aiutare a far maturare questa crisi, anzi la complicherebbe. In questo qu 9dro di nuovi problemi, di nuove esigenze viene a maturarsi quella nuova esperienza socio - politico - culturale che è I' ACPOL, un luogo in cui possono prepararsi le nuove ideologie politiche che dovranno però esserematurate da tutto il Paesee non solo da una piccola élite culturale. Come .j' ACPO L opererà per favorire questa maturazione ancora ·non so ma guardo ad essacon simpatia perchè è chiaro che occorre prepara_reuna realtà politica nuova. . Mineo Giuseppe Sindacalista della CISL Via Candiani, 1 O ·25

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