Giuseppe Ignazio Montanari - Della vita e degli scritti di Antonio Laghi faentino

t5 manda , cd cg' i stesso fra le altre cose h·a~poo·tò al- 'l"auti libri di Platone e di Scnofonle. Così pure il poeta vcroue~e, per lacere gli altri , rese in versi latini il canto greco di Callimaco intorno la Chioma di Berenice : nè questo è fatto senza avvedimento, uè senza molta utilità. Imperciocchè oltre all' imparare a conoscere gli autori , e vedcrvi ben addentro fra l'un senso c l'altro , nasce gara cd emulazione, la quale a sentenza de' •·eto•·i giova maravigliosamente o formare lo stile , come l'esperienza stessa conferma. Per queste ragioni adunque spessissimo si esercitava a scrivere , ora voltando in latino le cose da altri scritte in italiano , ora componendo bei versi latini , che spiravano la grazia degli antichi. lofratlanlo vennero alle mani del Laghi le prime dodici odi stampate da Lodovico Salvioli, nome carissimo per più titoli alle lettere. La facilità dei versi, la chiarezza , l'armonia delle parole , congiunta con una certa grazia e soavità di pensieri, risplendoo10 mirabilmeute in ogni parte : lo diresti il Properzio del secol nostro , se meglio non ti piaces>e chiamarlo col eruditi>simo Andres l'Anacreoote italiano , cui le muse e le grazie educarono agli scherti cd agli amori ; poicloè volen- ·do egli cantare sulla cetra più gravi soggetti , mal gli risposero le corde, e quelle muse stesse che al canto d'amore ebbe facili e propizie, g li si volsero sdegnose, o certo ritrose, quando d'altro volle cantare. Il Laghi adunque si propose di rendere queste odi in versi latini, e poichè parlavano di cose d'amore, scelse la molle elegia : c tanto con delicato ~til~ imitò la facile , schietta e natura! vena del sulmoneso poeta, che, quasi direi , egli ti pa•-e udire Ovidio titesso richiamato io vita ed al canto. Questo fu il primo sforzo del suo ingegno , questo il primo arGumcuto de' suoi studi, che {cee di pubblica ragione

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