Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

stenti che perveniamo a fard un'idea approssimati,·a dell'evoluzione umana. Da tutto ciò risulta dunque che la proprietà ha riposato su tutt'altre basi di quelle che s'appoggia oggidì, ha avuto un'altra divisione e non deve la sua destinazione attuale che alla forza, all'astuzia ed al furto; poichè è evidente che le famiglie avendo esordito coll'essere un'associazione comune, non vi poteva esistere proprieta individuale alcuna e che, per conseguenza, quello che primitivamente apparteneva a tutti non ha potuto diventare proprietà di qualcuno che mediante un mezzo di spogliazione qualsiasi. La famiglia anch'essa è stata tutt'altro di ciò·che è attualmente. Ed i borghesi che pretendono che queste due istituzioni riposino su basi inattaccabili ed inamovibili, non sanno quel che si dicono, poichè non v'è motivo di credere che quel che finora ha seguito un' evoluzione non' abbia da continuare ad evolvere. La loro affermazione non proverebbe che una cosa, ed è che se queste due istituzioni non dovessero più progredire, sarebbero ben vicine alla loro decadenza; poichè è una legge della vita che quel che non cammina più, perisce, si disgrega per far posto ad altri organismi aventi un periodo d'evoluzione da percorrere. E la verità di questo assioma è talmente evidente che i borghesi sono stati costretti di riconoscerlo aggiungendo, come correttivo' al matrimonio, che prima voJevano· mantenere indissolubile, il divorzio ( 1), il quale (•) Kicordiamo eh• I' A. parla dellil Fo.ncia, chè in Italia, con una monarchia i:cmi-clericale, si è ancora molto lonta11i .inchc da 11uesta piccola riforma che è il di~·orzio. (.Yota del Trad,1Uo,·e) B lioteca (;;ino Bianco

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