Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 66 - VI. La famiglia La proprieta, la famiglia, l' autorita, si sono sviluppate, non v' ha dubbio, parallelamente fra loro. Quando gli uomini si unirono per provvedere, con le loro forze combinate, a un bisogno comune, per abbattere un forte ostacolo contro cui si esaurivano invano gli sforzi individuali, naturalmente i profitti del concorso di queste forze diverse erano ripartiti in comune. Queste associazioni essendo temporanee e limitate ai risultati immediati da ottenere, è certo che il primo gruppo umano più stabile dovette essere, come lo è ancora fra certi mammiferi e antropoidi, il nucleo fa. miliare, e cioè l'unione di una o più donne e dei giovani attorno al maschio più forte, il quale per conservare la sua autorità, scacciava dal gruppo i giovani maschi giunti in eta da potergli dar ombra. Ma che questa autorita del maschio fosse completa e s'imponesse sempre a tutti i singoli gruppi fin dal loro sorgere, è cosa che sarebbe temerario affermare a priori in modo assoluto. È vero che tra i selvaggi troviamo esempi in cui l'associazione, divenuta più numerosa e formatasi di molti nuclei familiari, subisce l'autorità del maschio;· ma ci sono anche, e abbastanza serii, esempi di abitu<lini, come la « coB,t-lioteca Gino B ar1co

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