Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

-prati alla sola questione della vita materiale, correrebbe il rischio di fermarsi per via, di degenerare in un enorme scatenamento di appetiti che non tarderebbe, finita l'orgia, ad abbandonare· gli insorti ai colpi della reazione borghese. Ma questa questione, primordiale oggi, lo riconosciamo, per la massa lavoratrice che la disoccupazione ognor più frequente rende incerta dell'indomani, non sarà fortunatamente la sola ad esser risolta dalla prossima rivoluzione. Certo, la prima cosa, secondo gli anarchici, che si deve fare perchè la rivoluzione trionfi, è che si metta la mano subito su la ricchezza sociale; i diseredati dovranno impadronirsi fin dal primo istante, dei magazzini, delle macchine, e del suolo da cui torranno via ogni segno di divisione; e dovranno andare di casa in tutte le abitazioni salubri, demolendo le catapecchie in cui oggi son costretti a imputridire. I rivoluzionari dovranno distruggere tutta la cartaccia in cui è registrata, regolandone il funzionamento, la proprietà privata : uffici di uscieri e di notai, catasto, demanio, debito pubblico, stato civile ; tutto deve essere accuratamente ripulito. Ma, per far questo lavoro, più che di affamati c'è bisogno d'individui coscienti, gelosi del proprio diritto, fermamente decisi a conquistarlo, e capaci a difenderlo dopo acquistato ; ecco perchè una questione di solo alimento e sussistenza materiale, sarebbe impotente e insufficiente ·ad operare una tale trasform1zione. Oltre il diritto all'esistenza rivendicato dagli anarchici, la rivoluzione libertaria dovrà interessarsi di tutte le questioni di arte, di scienza, di filosofia che 811lioteca G1 o B .:1r.::o

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