Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 21 - È evidente che, quando un certo numero di individui si aggruppano e uniscono le loro forze, ciò fanno per ottenere una più grande somma di benefici con una minore spesa di forze. Ma non per questo hanno affatto l' intenzione di sacrificare la propria volontà, -iniziativa e individualità a profitto di un ente che non esisteva prima della loro riunione, e sparirebbe con la loro disunione. Ciò che deve aver guidato i primi esseri umani a fare le prime organizzazioni, è la necessità di risparmiare le proprie forze nel lavoro per strappare alla natura le cose bisognevoli ali' esistenza di ciascuno, e la persuasione di non potervi giungere senza una concentrazione dei loro sforzi. Questo doveva essere tacitamente inteso, almeno, se non completamente ragionato, al sorgere aelle prime associazioni, che, forse, in principio erano temporanee e limitate alla durata del lavoro, e si scioglievano non appena ottenuto l'intento. Dunque, fra gli anarchici, nessuno pensa a subordinare l'esistenza dell'individuo al cammino della società. L'individuo libero, completamente libero in tutte le sue forme di attività, ecco ciò che tutti vogliamo; ma coloro che respingono l'organizzazione, che giurano solo su l'individuo, che protestano d'infischiarsi della collettività, affermando che l'egoismo deve essere la sola regola di condotta e che l'adorazione del proprio Io deve precedere e sovrastare a qualsiasi considerazione umanitaria, - credendo cosi di essere più sovversivi degli altri, - ebbene, costoro non hanno mai studiata l'organizzazione psicologica· e fisiologica 8 8 hote(,aG1 10 B dr ;o

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