Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 141 - torto è d'essere in ritardo sul grado di sviluppo di ciò che s'è convenuto chiamare la civiltà attuale. Gli è col pretesto di punire una banda di saccheggiatori immaginari e di assicurare la preponderanza nazionale, che si intraprendono guerre come la spedizione di Tunisi, mentre lo scopo reale è d'aprire un nuovo sbocco a sospette operazioni finanziarie di qualche losco commediante. Per assicurare un campo libero a schiume dell' alta banca si spende in armamenti il danaro tolto con le imposte ai lavoratori; per realizzare que' ,, piccoli profitti », di cui parla De Molinari, si invadono a colpi di cannone i paesi cosidetti di razza inferiore in cui la borghesia potrà smerciare tutti i suoi fondi di bottega; e per tutti questi scopi ignobili si rende sterile la migliore e più robusta gioventù, si manda una quantità di giovani a perire sotto un clima micidiale o a farsi massacrare da gente che, dopo tutto, sta a casa sua ed ha ìl diritto di difendere ciò che le appartiene. Son guerre per realizzare qualche « piccolo guadagno >>, tutte le spedizioni coloniali nel Senegal, al Toukino, al Congo, nel Madagascar, intraprese sempre in nome della civiltà, che non ha nulla a che vedere con tutto ciò che è un brigantaggio puro e semplice. Si esalta il patriottismo a casà nostra, e si va a fucilare e decapitare, chiamandoli briganti o pirati, coloro che non hanno altra colpa che di difendere il suolo in cui vivono, e di essersi ribellati contro chi s' è stabilito da padrone in casa loro per sfruttarli ed asservirli. B hotecaGino B dnco

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