Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 133 - Vincitori e vinti, noi continueremo a pagar le tasse, a soffrir la fame quando siamo disoccupati ; l'ospizio e l'ospedale continueranno ad essere l'estremo rifugio della nostra vecchiaia, - e i borghesi vorrebbero che noi ci occupassimo e incaricassimo delle loro discordie! Che cosa abbiamo da guadagnarci? In quanto al timore di una situazione peggiore e di un arresto del progresso, nel caso in cui una nazione fosse assalita e vinta, chi teme ciò non si rende conto di ciò• che sono oggi le relazioni internazionali, e della diffusione delle idee. Si potrebbe oggidì smembrare una nazione, dividerla, toglierle il suo nome, ma non si riuscirebbe mai, a meno d'un completo sterminio, a cambiare la sua natura che è la diversità di carattere, di temperamento, d' indole stessa delle razze che la compongono. D'altra parte, allo scoppiar d'una guerra, tutte le libertà vere o pretese tali di cui godiamo, sarebbero sospese proprio dal governo na~ionale, la propaganda socialista sarebbe impedita, l'autorità affidata al potere militare; e noi non avremmo nulla da invidiare all'assolutismo più completo. La guerra, quindi, non può avere nessuna buona conseguenza per i lavoratori; noi non abbiamo alcun interesse da trarne, e niente da difendere, fuori che la nostra pelle ; - e la difenderemo anche meglio, non esponendola stupidamente al pericolo d'esser bucata a maggior profitto di coloro che ci sfruttano e che ci governano. I borghesi soltanto traggono interesse dalla guerra, che permette loro di mantenere gli eserciti che ten1u

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