Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 102 - rentemente, secondo le circostanze, trascinare un individuo ad un atto reputato onÒ~evole, come anche ad un atto reputato delittuoso. Per esempio, una forte muscolatura può in un momento di furore far d'un uomo uno strangolatore, ma, anche un gendarme che arresta un assassino; gli istinti violenti, il disprezzo del pericolo, la noncuranza della morte, sia a darla che a riceverla, sono indifferentemente vizi in un delinquente o virtù in un soldato; uno spirito furbo e un po' incline ali' inganno, insinuante, cauto, può far d' un uomo il malandrino che non pensa che a organizzare furti e truffe, ma è una qualità ricercata anche per fare un buon poliziottO o un eccellente giudice istruttore . • • * Trascinato dalla verità della sua stessa argomentazione; il prof. Manouvrier non esitava del resto a riconoscere che è spesso molto difficile discernere il preteso delinquente dal preteso galantuomo, e che molte persone che son fuori di carcere dovrebbero starvi, e viceversa. Solo, dopo avere, come molti altri scienziati, riconosciuto che l'uomo. non è che il trastullo di tutte le circostanze, secondo la risultante delle quali egli agisce ad ogni istante; dopo aver negato il libero arbitrio e aver riconosciuco che la giustizia è un ente che in fatto sostituisce la vendetta esercitata dalla società, a quella dell' individuo offeso, - il professore si ferma disgraziatamente per via, e dopo essersi avvicinato di molto a ciò che dicono gli anarchici, finisce col concludere che i castighi penali non sono 8 lic ir L

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