.31 condannata ai lavori forzati a vita debba cercar e, a guisa del galeotto, la pace e i1 riposo nei misteriosi r ecessi della tomba. La idea di un progr esso continuo, indeflnito, senza il pericolo d~ dibatterci impotenti in un cor so e ricorso di €venti ronsim~li, come senza il bisogno di un lavorio retroattivo ver so una civiltà sparita e perduta, forma oramai la leva più potenté della civiltà contemporanea: Il secolo XIX, spezzando col martello della scienza gli strati di granito che s.~rvivano di pietra funer aria a' suoi primi padri ~ rimontando la catena dei secoli attraverso le tradizioni mute e le. leggende .oscure, ha illustrato il camn1ino progressivo del gener e um~no dalle sue prime origini fino alla presente civiltà, ponendo fuori di quistione l'idea di un avvenire sociale sempre migliore. Questa idea, ch'è divenuta coscienza per gl'intelletti educati alla filosofia della storia, non ha potuto non rifrangersi quantunque imperfettamente nel mondo dei lavoratori, rischiar ata dagl'istinti dell'anima loro e dalle scintille scaturite dal cozzo delle .conquiste scientifiche col domma cattolico trincerato nelle tradizioni dell'ignGranza..D'onde questa febbre irrequieta, questa ribellione dello ·spirito che dai gabinetti scientifici è trapelata nelle officine e serpeggia tacita ma latente così nei centri industriali come nei centri .. agricoli, che segna il ruinare precipitoso di una fede spenta D in agonia e il fre1nito dei nuovi segni Inorali che cominciano a sorger e nelle coscienze. Epperò il proletario ha cancellato dalla sua bandiera il vecchio motto : morte nihil m ejus, vita nihi l pe.fus, non contento piii della fraternità e dell'eguaglianza al di là della tomba. Egli chiede il suo posto al di qua del sepolcro, fuori de' recinti del camposanto, in questo mondo sociale che aliment~ e feconda con i suoi sudori continuando nel lavoro e col lavoro la catena storica del dovere. Ma il suo impulso è senza norma perchè la sua mente è ofruscata dalla. supeitizione e dall'ignoranza : procede a
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