Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

IL GENIO DI PIO IX. 91 rado colla propria moderazione, se ne sequestt·arono, se ne dichiararono estranei e lo abhando· narono alla balia di tali che lo avrebbero sospinto agli estremi. Così mentre aggrandirono al loro pensiero il pericolo, lo crearono e ne furono vittima. 1\fa indarno vorrehbe1·o giustificar dall'evento il loro contegno; pe.rchè, secondo a noi pare, l'evento è stato appunto l'effetto di quel loro contegno. Potrebh' essere eziandio che in animi re'tti ma poco generosi fosse entrato il tarlo segreto della e·elosia e di un cupo scontento, al vedersi o credersi quasi dimentichi c trascurati, mentre ai patriolti demagoghi si compartivano confidenze e favori. Fu il caso in cui la paterna predilezione pel fialio già prodigo e pentito, ingenerò dispetto nel frate llo stato sempre docile ed ossequente, intanto che questi a quell'aspetto non volea mette1· piede nel patemo tetto. Se supponete finta per ipocrisia la couversione del prodig-o, il quale poco stante '\ si fosse volto a nuova e maggiore sconoscenza, la solitudine del padre ne saria stata l a conseguenza. Abbandonato dal buono perchè punto dalle carezIe usate al tristo; abbandonato dal tristo perchè restio ed ingrato alle carezze, usalegli anche a rischio di alienarsi il buono. O che io non veggo nulla, o questo è il ritratto più espressivo della solitudine in che si è trovato Pio IX siccome Principe: solitudine che avrà dovuto ferirlo insino al cuore, che forse a nessun'altro Pontefice sarebbe incontrata, e che

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