Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

80 TENDENZA RELIGIOSA se non avemmo o antiveggenza per prcvederle o vigore per impedirle, dovremmo almeno sentire nella coscienza di averle meritate. E che si è fatto per Dio! che si è fatto fra noi per salvare la fede? che non si è fatto anzi per ispegnerla ? A l{iudicado dalla nostra infingardaggine, i posteri ed i lontani saran tentati a dil'e che l' avcvam pel'duta da un pezzo, e che aspettavam solo qualcuno che venisse a promulgarlo! Non ci sono state pare, vergogne, riguardi ancor miserabili a cui qualche interesse della Chiesa non si sia immolato; e quan· do l' abbiam vista violata ed oppressa, ci è mancata pedino una lagrima di compianto e una fredda parola. Si persuadano gl' I'taliani di buon senso e di buona fede, e se ne so n persuasi, non abbian difficoltà di dirlo e di proclarnarlo : la società moderna non ha altra speranza di salute che la religione di Cristo ; e per ischivare gli equivoci della ipocrisia, diciamo quella religione che insegna e pratica la fede) la speranza e la carità. Non ha avuto difficoltà d' intuonal'lo alla Francia il Guizot calvinista: non sarebbe pretensione esagerata l'a· spettarlo dai cattolici nella Italia ! Se a quel ragguaglio della fede, della speranza e della carità , vi farete a raffigurare la relig,ione di cui oggi abbiamo più che altra volta bisogno, non la troverete negli abbati politici, nei circoli popolari, nei costituenti che coll' anatema cantano il Yeni Creator e senton Mes~a; ma la troverete sì veramente in

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