Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

58 DRITTO E CONVENIENZA sa&·ebhero aspettati oltre a quaranta secoli dal diluvio fino a noi per riconoscerlo. E quand'anche alla eta model'fla fosse stato serbato il privilegio di questa scoper.ta, a t&·oppa orig·inalità pretenderebbe l'Italia se professasse di essere essa sola a sentire la forza di questo diritto. Egli converrebbe dare dell'ingannato e del violento a mezzo genere umano che in codesto star soggetto civilmente d'un popolo all' altt·o, o meglio in codesto star soggetto di varii popoli ad una sola autorità, ba potuto riconoscere un principio di declinazione, se volete !ancora una sventura , ma non ha sognato giammai vedere la violazione di ~nessun dritto. A dì nostri, sotto i nostri occhi non ci ha gran corpo politico che non abbia qualche parte eterogenea, e tutti starebbero in abituale , permanente e flagrante violazione di un diritto imprescritibile della natura! La Francia segnatamente , sosteg·no antico che si pretende della libertà di tutti i popoli , allorchè si :apprestava a soste· nere l'affrancamento italiano, avria dovuto cominciare dallo affrancare la Corsica italiana quanto la Sat·degna , e l ' Alsazia e la Lorena tedesche quanto qualunque altro paese dell ' Alemagna. O ci hanno due giustizie e due diritti, si che possa trovarsi equo sulla Mosella e sul Reno ciò che è iniquo sull'Eridano e sull'Adig-e P Ma singolarissimo ed unico forse nel suo genere è il contegno del Piemonte in questo fa tto . Lo stato italiano più acceso, pitt avventato in qt~e -

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